Una batteria che non si scarica mai, il peso della diffida sulle spalle, tre derby speciali nel giro di 4 giorni e il primo bilancio della nuova avventura con la maglia del Cesena. Proprio come quando scende in campo, Saber Hraiech accende il motore e svaria su tutto il fronte senza dare punti di riferimento.
Saber, cominciamo dalla fine. Brucia ancora lo 0-0 di Siena?
«Brucia eccome. Volevamo continuare a vincere e a recuperare terreno ma, pur disputando una grande partita, non ci siamo riusciti. Rispetto alle altre 6 gare, a Siena ho visto un Cesena più compatto e più solido, che non ha concesso neppure un tiro. Ho visto finalmente un blocco unico, che attaccava e difendeva insieme dal primo all’ultimo minuto».
Nove punti in sette giornate, la classifica non vi rende giustizia. È preoccupato?
«Non sono preoccupato, però mi rendo conto che i tanti punti persi non li potremo più riavere. Ne abbiamo persi tanti giocando spesso anche bene e creando più dei nostri avversari. Ora dobbiamo provare a vincere tante partite, senza pensare al 1° posto o a chi c’è davanti o dietro, soprattutto nel prossimo mese, che è davvero importante».
Cosa le è piaciuto di più e cosa non l’ha convinta di questo primo mese e mezzo di campionato?
«L’aspetto più importante è il totale coinvolgimento della squadra, siamo tutti sullo stesso piano, c’è un gruppo forte che crede nell’allenatore. Quanto all’aspetto da migliorare, penso che a volte dovremmo essere più figli di p… In questa categoria è fondamentale per vincere».
Domenica arriva l’Imolese. Per lei è una sfida speciale pensando alla stagione 2018-2019 nella quale fu uno dei leader del centrocampo.
«Speciale fino a un certo punto: l’Imolese che ho conosciuto io era un’altra cosa. Ora è cambiato tutto e l’aria che si respira è diversa. Se ci fosse stata la vecchia proprietà, sarebbe stata speciale».
Lei, la sua compagna e vostro figlio Cristian di 8 anni come vi trovate a Cesena?
«Benissimo. Cesena è bella, tranquilla, comoda. Abitiamo vicino all’ippodromo, il posto perfetto per la mia famiglia».