Calcio C, "Cesena, mi manda il presidente": da Carlo Rognoni a Paolo Ferrario, da Nicola Campedelli a Luca Lewis
Vedersi “regalare” un proprio familiare, che di mestiere fa il portiere, è capitato più di una volta al presidente del Cesena.
A febbraio Massimo Agostini e John Aiello spiegarono così il tesseramento di Luca Lewis, figlio di Robert ignaro della cosa, il quale però nell'ultima stagione non poté essere utilizzato in quanto fuori lista, a differenza della prossima in cui partirà da secondo.
Figlio ricomprato
Oltre 80 anni fa, fu la signora Ada Pascucci a “regalare” il figlio Carletto al figlio maggiore Alberto Rognoni, giovane presidente del Cavalluccio. In vista della stagione 1941-’42, con il Cesena neopromosso in serie C, si volle rafforzare la squadra con elementi di categoria tra cui l’estremo difensore.
La scelta cadde inevitabilmente sul portiere del Forlì, fratello del presidente bianconero, che “non poteva” giocare in una formazione rivale. Per acquistare il cartellino di Carlo Rognoni ci vollero 32 mila lire che furono sborsate dalla sua stessa madre la quale, dunque, fu costretta a… ricomprarsi il figliolo per riportarlo a casa a Cesena. In ogni caso si dimostrò un valido acquisto, difendendo egregiamente la porta fino al 1947, per poi andare all’Alessandria e debuttare in serie A.
Sodalizio tra fratelli
Fratelli erano anche il presidente Igor Campedelli e Nicola, prima nei panni di giocatore poi di allenatore. Il ritorno di quest’ultimo a Cesena, per chiudere una bella carriera da calciatore, stimolò probabilmente il proposito del fratello maggiore di acquisire la proprietà della società. Così quando nel corso della stagione 2007-2008 Igor diventò presidente, si trovò in squadra il fratello che, tuttavia, scese in campo solo poche altre volte, prima di ritirarsi definitivamente a causa di un grave infortunio. Il sodalizio in bianconero tra i due Campedelli si riallaccerà pochi anni dopo.
Nel 2012-’13 il presidente scelse come allenatore del Cesena il fratello, la cui avventura in panchina durò però pochissimo, appena tre giornate fino all’esonero dopo altrettante sconfitte.