Calcio C, Cesena e l’invasione del padre di Shpendi: i possibili scenari dal giudice sportivo
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Un pomeriggio di ordinaria follia. E’ quello che si consuma al Dino Manuzzi. Un dramma in due atti.
Lo scontro Rinaldi-Cristian
Il primo al minuto 60 di un Cesena-Olbia a senso unico (anche se finirà con uno striminzito 1-0) e arbitrato malissimo da Antonio Di Reda della sezione di Molfetta ma nato e cresciuto a Bisceglie. Succede che sul filtrante di Francesconi, Cristian Shpendi sia in posizione di fuorigioco: il gemello, non vedendo la bandierina, va in scivolata e calcia trovando l’opposizione di Filippo Rinaldi, portiere dell’Olbia in uscita rasoterra. Sul terreno umido, i due corpi scivolano uno verso l’altro, con il ginocchio sinistro di Rinaldi che casualmente va a colpire in modo violento il sopracciglio destro di Shpendi, che si apre e inizia a sanguinare. Rinaldi qui compie una sciocchezza enorme: si alza e va a dare uno schiaffo in testa a Shpendi. Non è un atto di reazione, ma è un gesto sciagurato che Di Reda, lì a due passi, dovrebbe punire con un’ammonizione per non rischiare di perdere di mano la gara. Invece l’arbitro vede ma non provvede e va a peggiorare il clima già saturo che aveva lui stesso creato con interpretazioni ondivaghe del regolamento.
L’agguato di Alex a Rinaldi
Nella mezz’ora successiva Cristian viene suturato, rientra ma poi deve uscire perché gli gira la testa e attende in panchina il triplice fischio. Quando arriva il vice allenatore bianconero Michele Napoli va verso la panchina dell’Olbia a battibeccare con qualcuno, mentre Augustus Kargbo corre con l’indice accusatore verso Rinaldi, urlandogli ciò che pensa di lui. L’addetto all’arbitro Treossi e il preparatore atletico Magrini lo fermano e lo calmano. Sembra tutto rientrato quando dalla tribuna Alex Shpendi, padre di Cristian, invade il campo e galoppa verso il portiere dell’Olbia inseguito da una schiera di “stopper” beffati dallo scatto. Shpendi padre corre verso Rinaldi e carica il gancio destro: la prontezza di riflessi del portiere para il colpo con il braccio sinistro e a quel punto Riccardo Chiarello, il club manager bianconero Alberto Santarelli e il capitano Francesco De Rose prendono Shpendi senior e lo scortano fuori dal campo, verso i distinti. Una scena assurda.
Corrida e ripercussioni
Questo clima da corrida avrà per forza nuove ripercussioni e nuovi intralci al cammino verso la Serie B che una rosa e uno staff tecnico di grande esperienza come quello del Cesena dovrebbero sapere evitare. Il Cesena ora va verso una probabilissima squalifica del proprio campo di gioco (oppure una gara a porte chiuse). Che sia contro il Pontedera o in una partita successiva dipenderà dal comunicato del giudice sportivo atteso per domani. Nel comunicato il giudice potrebbe già emettere un primo verdetto sull’increscioso finale con l’Olbia, oppure disporre un supplemento d’indagine. Quello che è certo è che ieri erano presenti due membri della Procura Federale, un delegato della Lega Pro: tutti hanno visto in presa diretta quello che è successo (insieme all’arbitro) e il quadro è piuttosto chiaro. Una volta che le due squadre sono rientrate negli spogliatoi, gli ispettori federali hanno ascoltato i tesserati protagonisti del parapiglia finale e il principio della responsabilità oggettiva è una minaccia concreta verso il Cesena e verso i suoi tifosi. Ci sarà anche un’ammenda robusta mentre non c’è il rischio di 0-3 a tavolino perché la gara era conclusa e l’Olbia non ha subìto danni sul campo.
Alex Shpendi, invece, andrà incontro a un daspo che sarà almeno di 2 anni (ma se viene stabilita la premeditazione il rischio è anche di 5). Il portiere Rinaldi e l’Olbia potrebbero poi denunciarlo, ma non essendoci state conseguenze fisiche è difficile che si possa andare a processo.