Massimo Agostini, il Cesena ha chiuso il tanto temuto mese di febbraio con due vittorie, tre pareggi e due sconfitte. È un bottino che la soddisfa?
«No, se penso ai punti non sono soddisfatto, perché ne avremmo dovuti e potuti conquistare 4-5 punti in più, che erano ampiamente alla nostra portata. Però, analizzando meno superficialmente e non solo dal punto di vista matematico, sapevamo che ci sarebbero stati diversi ostacoli, a cominciare dagli infortunati e dalla gestione della rosa. Ripensandoci, pesano alcuni pareggi casalinghi che fanno un po’ arrabbiare, però non siamo gli unici che hanno rallentato».
Oggi come un mese fa il Cesena è sempre terzo: ha sì perso qualche punto, ma non ha perso nessuna posizione in classifica.
«La classifica è sicuramente molto positiva perché in effetti anche le nostre avversarie hanno attraversato qualche momento di flessione in questo mese difficile. La Virtus Entella sembrava lanciatissima e imbattibile, poi ha perso due gare consecutive contro Lucchese e Vis Pesaro. Lo stesso vale per l’Ancona, che ha perso diversi punti in casa e lo scontro diretto contro di noi. Il Pescara ha fatto un filotto importante all’inizio, poi ha rallentato. Ma naturalmente non possiamo guardare in casa degli altri. Ora dobbiamo fare tesoro di questo mese appena concluso per preparare al meglio gli ultimi 50 giorni di campionato. Da domenica prossima mi aspetto un Cesena diverso, con una condizione fisica e mentale migliore perché dobbiamo arrivare ai play-off nelle migliori condizioni possibili».
A proposito di condizione fisica e mentale, nessuno si sarebbe aspettato di vedere un Cesena così in difficoltà a Pontedera. Secondo lei cosa è successo?
«Vedendo la squadra durante i giorni precedenti, non c’era nessuna avvisaglia. Non eravamo abituati a vedere un Cesena così scarico, senza idee e anche stanco. Tra l’altro venivamo da una partita cominciata male, ma chiusa bene, nella quale è mancato solo il gol. A Imola abbiamo fatto molto meglio nel secondo tempo, contro una squadra molto inferiore tecnicamente a noi, quindi mi sarei aspettato di ricominciare da quell’assedio finale nel quale avremmo potuto segnare almeno un paio di gol. Invece abbiamo sbagliato completamente l’approccio e il collettivo del Pontedera ci ha battuto meritatamente».
Secondo lei è stata più una questione fisica o mentale in Toscana?
«Mentale perché venivamo da una cavalcata un po’ logorante, ma anche fisica perché non abbiamo potuto ruotare tutta la rosa come avremmo voluto. Tra acciacchi, infortuni e indisponibilità, abbiamo sempre dovuto fare la conta e soprattutto far giocare quasi sempre gli stessi. Detto questo, pensavamo di fare meglio dell’ultima partita di Imola e di parlare di una grande gara del Cesena. E invece così non è stato».
Guardando avanti, questo stop la preoccupa?
«Non mi preoccupa una sconfitta, però su qualche aspetto dobbiamo fermarci a riflettere. Ad esempio, dal 22 dicembre a oggi abbiamo avuto una lunga sequenza di infortuni traumatici ma soprattutto muscolari e tutto questo ha influito nel lavoro quotidiano e settimanale. Le gare di Ancona, la ripresa con il Grosseto o la vittoria contro la Vis ci hanno dato tanto entusiasmo, che si è spento a Pontedera. Ora dobbiamo riaccenderci».
Oggi cosa manca al Cesena?
«La mentalità che hanno Modena e Reggiana, due squadre più abituate a vincere. Ma è legittimo che sia così, il percorso del Cesena è appena cominciato e naturalmente serve tempo».
Si aspettava una partenza così difficile di Frieser?
«A Dominik manca continuità. Le qualità non si discutono, altrimenti non avrebbe giocato un anno e mezzo nella B inglese, in Europa League e nei preliminari di Champions, però era fermo da novembre, non conosce la lingua, non conosce i meccanismi della squadra e appunto non riesce a trovare la continuità».
Però la lingua del calcio, dentro al campo è universale ed era lecito aspettarsi qualcosa di più anche a livello individuale.
«Certo, ma ci aspettiamo di più da tutti. Da chi c’era, da chi è arrivato e da chi gioca meno. Soprattutto a livello caratteriale. Noi abbiamo fiducia e aspettiamo. Il mese peggiore è passato e da domenica mi aspetto un Cesena più continuo, per prestazioni e per risultati».
Dopo le dimissioni di Martini e Manuzzi, dobbiamo aspettarci qualche novità a livello societario?
«Non so, non chiedetelo a me. Oggi i due presidenti sono negli Stati Uniti e torneranno per la gara di Pistoia del 12 marzo. A Pontedera c’era solo John (Aiello, ndr), che ha pagato la birra a tutti i tifosi in curva. Era molto contento, ma d’altronde lui è sanguigno e decisamente più esuberante di Robert».