Andrea Ciofi e il meraviglioso gol di tacco di Roberto Mancini allo stadio Tardini sono stati partoriti nello stesso anno: il 1999. Per l’esattezza, il difensore del Cesena è nato 5 mesi e 11 giorni dopo rispetto a quel passo di tip tap inventato dall’attuale commissario tecnico della Nazionale, che il 17 gennaio 1999 infilò all’incrocio un corner a uscire di Mihajlovic colpendo il pallone di tacco. Giovedì scorso Ciofi, che probabilmente non aveva mai visto prima la “follia” del Mancio, ha fatto copia e incolla sul calcio d’angolo di Calderoni: dinamica e avvitamento pressoché identici, esecuzione leggermente più sporca e probabilmente agevolata dallo sfortunato Thomas Vettorel, non proprio la controfigura di Gigi Buffon. Per Ciofi si è trattato del sesto gol realizzato in quattro stagioni con la maglia del Cesena, ma anche del primo ininfluente ai fini del risultato.
Precedenti
O meglio, considerando la differenza reti, che potrebbe essere la discriminante nel duello contro il Pescara, a suo modo anche il 6-0 contro la Carrarese potrebbe avere un peso, che invece avevano tutte le altre cinque reti segnate dal difensore in passato. Ricapitolando: due gol decisivi in D contro Campobasso e Notaresco, due gol decisivi lo scorso anno contro Fano e Ravenna e infine un gol decisivo quest’anno al Del Conero di Ancona, antipasto di un’altra goleada nonché prima (e al momento unica) rete segnata in trasferta. O li segna belli o li segna decisivi, mentre contro il Ravenna arrivò la versione “all inclusive”, cioè un gol bello e decisivo. Ciofi ha distribuito le reti equamente: due all’anno, saltando il campionato 2019-2020, quello monco, prima per colpa di Modesto, che nel primo mese e mezzo non lo fece mai giocare, poi per colpa di un infortunio muscolare e infine per colpa del Covid.
Crescita
Al tramonto del quarto (e forse ultimo) campionato con la maglia del Cesena (a proposito, se quest’estate fosse andato a Pordenone oggi sarebbe di nuovo in Serie C dopo la retrocessione dei ramarri), da due anni Ciofi è diventato il migliore difensore del Cavalluccio sostanzialmente per due motivi: è il più continuo ed è il più duttile. E’ stato difensore centrale con Angelini e con Viali, che lo ha spesso utilizzato anche da terzino, ma è stato anche “braccetto” della difesa a tre con Modesto, al quale va comunque dato il merito di non averlo più tolto dal campo una volta scoperto in Coppa Italia contro il Piacenza al Manuzzi, una delle partite spartiacque del difensore. Ma il vero upgrade è arrivato con Viali, che al momento di scegliere la linea difensiva, nell’ultimo biennio ha sempre ragionato più o meno così: Ciofi più tre. Sabato a Siena, nell’ultima giornata della stagione regolare, il numero 15 del Cesena farà cifra tonda: giocherà infatti la partita ufficiale numero 130 con la maglia bianconera, in un percorso cominciato allo stadio Moretti di Cesenatico contro la Savignanese (primo turno di Coppa Italia di Serie D nell’estate 2018) e proseguito, strada facendo, a suon di applausi. Negli ultimi due anni, assieme a Bortolussi, è stato il giocatore più utilizzato da Viali, che non lo ha mai escluso per scelta tecnica, cosa che invece è avvenuta giovedì per la prima volta con il centravanti: nella stagione 2020-2021 Ciofi ha saltato solo tre partite, una per squalifica contro la Sambenedettese al Manuzzi e due per infortunio contro Imolese e SudTirol nel ritorno, mentre le gare saltate quest’anno sono solo un paio, cioè le due che hanno preceduto la Carrarese, contro Virtus Entella (squalifica) e Montevarchi (influenza). Il ventiduenne difensore di Marino non è stato schierato da titolare solo contro il Pontedera all’andata e a Pistoia al ritorno (per affaticamento, ma entrò sempre nella ripresa) ed è rimasto in campo per 2.945 minuti complessivi. A Siena si giocherà il primato proprio con Bortolussi, che al momento comanda con 2.988 giri di orologio.