Artico: «Shpendi a gennaio non partirà, il Cesena ha bisogno di lui e lui di noi»

Mai così in alto e mai così sereno. Per la prima volta in questa stagione il Cesena è arrivato ad una pausa di campionato dopo una partita in cui ha vinto e convinto, confezionando un bel regalo anche al direttore sportivo Fabio Artico, che può godersi con il sorriso l’ultimo week-end senza campionato prima del tour de force che chiuderà un 2024 comunque indimenticabile. Per lui e per una città intera.

Artico, cominciamo dalla classifica: quarto posto e 21 punti alla terza pausa stagionale. Si aspettava di vedere un Cesena così in alto?

«No, non me l’aspettavo. La squadra ha sorpreso anche me. Sono molto contento perché non arrivano solo i punti, ma anche delle ottime prestazioni, sempre in crescendo. E questo mi gratifica ancora di più. Sinceramente, non pensavo di poter conquistare 21 punti in 13 giornate, ma alla ripresa non dobbiamo perdere di vista chi siamo e cosa vogliamo, quelli che sono i nostri pregi ma anche i nostri limiti».

Cittadella-Cesena è stata la sublimazione del lavoro di Mignani: 10 tiri nello specchio e in pratica zero rischi in 90 minuti. Possiamo definirla la sintesi perfetta di una squadra che cercava equilibrio pur senza snaturarsi e perdere la propria efficacia offensiva?

«Sì, è così. Poi io faccio un passo indietro e dico che, quando in estate cambi l’allenatore e 11/12 giocatori, ma anche categoria e livello di avversari, è fisiologico avere inizialmente un periodo di adattamento per trovare il necessario equilibrio. In questo periodo il lavoro dell’allenatore è stato ottimo. Questa è una squadra che sa correggere i propri difetti e in questo è proprio a immagine e somiglianza dell’allenatore. Mignani è equilibrato e concreto, ma non dimentichiamo che ha plasmato anche una delle squadre che gioca meglio e che tira maggiormente verso la porta avversaria. Anche quest’anno è bello venire allo stadio a vedere il Cesena. Io mi diverto tantissimo».

Da agosto a oggi, cosa le è piaciuto di più nel percorso della squadra?

«Le ultime partite ci hanno dato più consapevolezza di quello che possiamo essere. Poi ho apprezzato tantissimo la grande voglia di divertirsi e di lavorare insieme di chi c’era un anno fa e di chi è arrivato in estate».

E cosa le è piaciuto di meno?

«Non c’è una cosa che non mi piace. Come ho detto a Mignani, ci sono dei ragazzi che non hanno ancora trovato molto spazio e che non hanno ancora dimostrato il loro valore. Con il tempo e le partite ci sarà bisogno di tutti e vedrete che ce la faranno».

Tanti protagonisti della C si stanno ripetendo in B. Più merito loro o del lavoro impostato da squadra e staff?

«In C il Cesena è stata la squadra nettamente più forte. Ma non eravamo solo forti e bravi. Eravamo addirittura dominanti. Grazie a quel campionato ci siamo portati dietro una grandissima spinta e un grandissimo entusiasmo e quella carica emotiva può colmare alcune carenze tecniche. La chiave, durante l’estate, è stata un’altra: l’incastro tra chi c’era e chi è arrivato. Chi c’era ha trasmesso quel forte senso di appartenenza costruito un anno fa da un gruppo che aveva valori tecnici ma anche morali e chi è arrivato ha saputo ascoltare e assorbire tutto. Da questa unione è nato il Cesena che state ammirando».

Tra i vari debuttanti, il calciatore copertina è naturalmente Cristian Shpendi. Quante squadre lo stanno seguendo e quante hanno chiamato per prendere informazioni?

«Per ora non mi ha chiamato nessuno, non ho ricevuto nessuna telefonata diretta. Chiaramente, il suo è un nome che circola, ma non potrebbe essere altrimenti. Cristian si sta confermando, ma allo stesso tempo è in continua crescita. Che sia seguito è ovvio, ma vi assicuro che era così anche un anno fa».

Possiamo già dire che a gennaio non lascerà Cesena?

«A gennaio non partirà: la volontà è di proseguire insieme almeno fino alla fine del campionato. E’ il percorso giusto anche per tutti: in questo momento il Cesena ha bisogno di Shpendi e Shpendi ha bisogno del Cesena».

La prossima estate, invece, sarà più difficile confermare il gemello.

«Io ho i piedi ben piantati per terra e penso al presente, nel calcio ne ho viste talmente tante che è meglio non fare particolari discorsi. Se resterebbe solo in caso di promozione in A? Ecco, questo è proprio uno di quei discorsi da non fare. Così come dare una valutazione di Cristian oggi non è possibile. Il prezzo lo fissa il mercato e lo fissano le offerte. Offerte che in questo momento non ci sono».

Qual è la prima qualità che balza all’occhio dello Shpendi che stiamo ammirando in B?

«Fa sembrare facili le cose difficili. E poi ha la capacità di fare le cose semplici e di farle bene. Il primo controllo e la finalizzazione sono da categoria superiore, poi ha il fuoco dentro. Domenica era quasi in lacrime quando il Var gli ha annullato il gol. Questa è la sua forza».

A proposito di gennaio, avete già cominciato a parlare e a definire una strategia? Ad esempio, potrebbe arrivare un rinforzo per reparto?

«Abbiamo cominciato a chiacchierare, ma è ancora presto. Verso la fine del mese o all’inizio di dicembre cominceremo a dettare qualche linea. Un rinforzo per reparto? Vedremo. Io non sono così preoccupato di dover fare o cambiare qualcosa oggi. Io sono molto soddisfatto di quello che c’è e mi aspetto che, anche chi ha avuto meno spazio, dimostri il proprio valore».

A questo proposito, secondo lei come mai Van Hooijdonk non è ancora riuscito proprio ad imporsi?

«Intanto è arrivato a Cesena che non era allenato, poi, quando ha cominciato a stare bene, ha avuto un piccolo infortunio e ha nuovamente rallentato. Infine ha davanti Shpendi, che è il catalizzatore di tutte le situazioni. Io sono convinto che Sydney abbia caratteristiche utili e che prima o poi troverà spazio. Non ho dubbi su questo».

Dopo la sosta tornerà a disposizione anche Curto dopo la squalifica.

«Lo aspettiamo, finalmente tornerà a disposizione dopo le cinque giornate di stop. Marco è un ragazzo sensibile e all’inizio ha sofferto. Poi, però, ha messo da parte tutta la vicenda. Quindi credo che il suo reinserimento avverrà velocemente: Marco è un calciatore molto importante per il Cesena».

Da qui alla pausa ci sono ancora 6 partite per chiudere l’andata, una gara di Coppa Italia molto affascinante a Bergamo contro l’Atalanta e la prima partita del girone di ritorno a Carrara. A fine dicembre Artico sarà un direttore sportivo soddisfatto se...?

«Se vedrò lo stesso equilibrio e le stesse prestazioni. E non ho dubbi che questo possa accadere».

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