Reggiana-Cesena e la canzone di chiusura del mercato di gennaio
![Matteo Francesconi contro Natan Girma (foto Rega) Matteo Francesconi contro Natan Girma (foto Rega)](http://www.corriereromagna.it/binrepository/768x513/1c66/768d432/none/11807/HXXM/francesconi_1395404_20250210085030.jpg)
La Reggiana è la seconda squadra con cui il Cesena è in vantaggio negli scontri diretti. L’altra è il Cittadella e visto l’obiettivo dichiarato, questa è una grande notizia per Mignani. Tre punti sono un fatturato di gran lusso in una domenica dove nel dubbio le cose hanno girato in modo favorevole al Cesena. Intanto l’autogol della vittoria: senza la deviazione, un bel portiere come Bardi ferma quella palla con una mano mentre con l’altra ordina una pizza al telefono. In più, quello di ieri era un buon momento per affrontare una Reggiana indebolita da tante assenze. Qui però va fatto un distinguo, perché i punti devi andarteli comunque a prendere: quando il Cesena è andato a Frosinone, di fronte aveva un avversario in difficoltà e con talmente tante assenze che quel giorno poteva cambiare nome e chiamarsi Sora. Invece quel Frosisora vinse con merito contro un Cesena molle e dagli occhi spenti.
Gli occhi che non sono spenti sono quelli di Dario Saric, che ha subito fatto gli straordinari. Nessuno lo ha preso pensando ai gol che poteva fare, ma è qui per mettere il cemento a un’idea di calcio che trabocca di architetti, ma ha pochi muratori. Saric conferma che chiamarsi Dario aiuta a fare gol nel Cesena, ma al di là di paragoni improponibili con l’insaziabile Hubner, l’uomo-partita di Reggio assomiglia un altro Dario del calcio vintage, ovvero Dario Sanguin. Parliamo di una mezzala di rabbia e qualità che tutta l’Italia ricorda per il petardo che lo stordì al Comunale di Torino, dando la vittoria a tavolino al Cesena contro la Juventus. Per chi volesse andare a rivedersi il video del lancio del petardo, la sera di quel 22 novembre 1987 ci fu un momento di grande giornalismo grazie a Carlo Sassi alla moviola della “Domenica sportiva”. Carlo Sassi prima individuò Sanguin mentre entrava nel passaggio protetto, poi iniziò a contare ad alta voce il numero dei suo passi, scandendo il ritmo della camminata che aveva mostrato Sanguin finché era visibile. Risultato: dimostrò a tutta Italia che Sanguin si trovava a pochi centimetri dall’esplosione.
Tornando ai giorni nostri, alla fine il mercato ha lasciato una coperta corta in difesa, ma soprattutto una lezione per il futuro. Riccardo Chiarello è un ragazzo in gamba e un professionista serio, ma la sua parentesi a Cesena va usata come lezione per una storia che non dovrà più ripetersi. In questa stagione in B, Chiarello ha giocato 14 minuti nei subentri contro il Modena e a Bari, oltre ai 30 minuti in Coppa Italia a Bergamo. In tutto fanno 44 minuti. In due anni di Serie C, un totale di 43 presenze in stagione regolare per 1.409 minuti. Uniamo al tutto 2 presenze ai play-off di C (101 minuti) e 4 in Coppa Italia di C (232 minuti). Totale dei totali: 52 presenze e 1.786 minuti in campo.
Ora, Chiarello di ingaggio ha complessivamente percepito una cifra attorno a 300mila euro netti o giù di lì. Ragionando per difetto su 270mila euro, fanno 151 euro al minuto, ovvero 9mila euro per ogni ora in campo con la maglia del Cesena. Era un regolare contratto per un giocatore che nel 2022 in C era molto quotato, nessuna delle due parti aveva un fucile puntato al momento della firma e il contratto è stato rispettato. Ma per come è andata a finire e per tutto quello che deve essere il Cesena, l’avventura di Chiarello è stata una canzone di Luciano Ligabue, Jovanotti e Piero Pelù. Il mio nome è mai più.