Il Cesena, Mignani e il primo segnale per capire se la scelta è quella giusta

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Il Cesena ha trovato un allenatore al secondo tentativo e ogni giorno che passa aiuta a pensare che in fondo gli sia andata bene. D’Aversa è tutto tranne che un allenatore scarso (l’Empoli non è abituato a prendere allenatori scarsi), ma se non ti si accendono gli occhi quando vieni a Cesena, significa che l’errore lo ha fatto il Cesena, sbagliando il profilo dopo oltre due mesi di traccheggio sull’allenatore.

Specialmente in estate, è utile ripassare i fondamentali: il Cesena deve cercare allenatori e giocatori per i quali venire qui è il massimo nella vita. Tra l’altro lavorare a Cesena in B piace a tanti e ci sarebbe solo da gestire il traffico. Il primo faticoso tassello è stato Michele Mignani, uno che da due anni ha ottenuto l’etichetta di “allenatore di categoria” in B con 61 panchine (54+7 ai play-off) tra Bari e Palermo. A livello di freddi numeri, Toscano di panchine in B ne avrebbe 98, il problema è che il grosso delle presenze lo ha raccolto una decina d’anni fa.

Da dove capiremo se Mignani è da Cesena? Facile: dal minutaggio che darà ai giovani, seguendo il solco di un progetto che ha sbranato la Serie C quando si sono aperte le stive dei ragazzi che due anni prima facevano le riserve di Ardizzone e Caturano. C’è una rosa che al mercato avrà bisogno di innesti di categoria, non di scommesse per il futuro: quelle il Cesena le ha già in casa ed è giusto puntare su Berti e compagnia, apparecchiandoci attorno l’impalcatura di gente da B. Il percorso è questo, altrimenti a cosa serve vincere il campionato Primavera se poi i giovani non li fai giocare in prima squadra?

Allargando il raggio, quello dei giovani è un problema nazionale. Un anno fa l’Italia Under 20 è arrivata seconda al Mondiale e poi la maggior parte di questi ragazzi è stata sepolta di panchine. Formazione titolare della finale persa con l’Uruguay (4-3-1-2): Desplanches; Turicchia, Ghilardi, Guarino, Giovane; Casadei, Faticanti, Prati; Baldanzi; Pafundi, Ambrosino. Non solo ci sono zero tracce di questi ragazzi in Nazionale A agli Europei, ma la maggior parte di loro deve sudare sangue per trovare minuti in campo. Ecco perché la diversità del Cesena può fare la differenza in un campionato come la B, lo stesso campionato che nell’estate del 2022 ha premiato come miglior giovane il difensore Federico Gatti del Frosinone, oggi alla Juve. Un Gatti che nel 2022 aveva già 24 anni, a riprova che il calcio italiano con i giovani ha un problema e se il Cesena fa davvero il Cesena, nel suo piccolo può candidarsi a soluzione.

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