Il Cesena, le mani di Pisseri e Rinaudo bocciato al provino del Csi

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Un calcio d’attacco nato da una difesa piena di coraggio, anche se poteva scapparci l’imponderabile senza una grande parata del portiere. Spiegare una vittoria del Cesena con le parole che si usano da decenni per il calcio di Zeman ribadisce la prova di forza di ieri sera. Nessuno ha mai vinto un campionato a novembre e infatti il Cesena non ha vinto nulla, però novembre è stato il mese della consapevolezza. L’attacco è stato smontato da squalifiche e nazionali, si è fatto male un sempre-presente come Ciofi, Varone e Saber si sono visti a sprazzi per problemi sparsi, Ogunseye non è in condizione. Non se n’è accorto nessuno e un Toscano in ottima forma si è messo a vincerle tutte.

Il calcio starà anche cambiando, ma non abbastanza per vedere una squadra di Zeman che non tira in porta. Così il timbro alla raccomandata alla fine l’ha messo Matteo Pisseri, per la prima volta fondamentale in una vittoria. A Gubbio aveva respinto un tiro con la faccia sigillando un punto, ieri ha rispettato una regola scritta nel piombo: chi vuole vincere il campionato, deve avere un portiere che prima o poi sia decisivo.

A Pescara è arrivata la seconda vittoria per 0-1 dopo quella di Chiavari e ora la classifica è un affresco. Avranno anche una gara da recuperare, ma i distacchi di Pescara (-15) ed Entella (-19) sono una Fossa delle Marianne scavata da un Cesena che ieri sera ha detto ad alta voce che vuole arrivare primo.

A proposito di alta voce, qualche settimana fa è scomparso Giorgio Forti, uno dei fedelissimi di Villa Silvia quando gli allenamenti erano a porte aperte: si presentava armato di sedia pieghevole e lo si vedeva con 40 gradi all’ombra o sotto la neve. Tra i sempre presenti di Villa Silvia, ci ha invece lasciato da una decina d’anni Luciano Dellamore, per tutti Puga. I due avevano in comune un tono di voce squillante (diciamo Forti tenore, Puga più sul baritono), così quando si lanciavano in giudizi trancianti su giocatori che si allenavano a 5 metri da loro, a volte sono stati problemi.

Per esempio, in una fredda rifinitura del dicembre 2002, il Cesena di Iachini stava facendo i primi giri di campo. A bordo rete ci si intirizziva tutti ma non Puga, a giubbotto aperto e con il maglione che tradiva il lembo di un pigiama blu a dargli ristoro («modestamente è un pigiama Gian Marco Venturi»). Puga allenava la formazione del Csi del San Rocco e quel sabato era preoccupato per l’assenza sul suo bomber: «Vi rendete conto che oggi pomeriggio io gioco senza Michelino in attacco e domani mi tocca ancora vedere Terlizzi in difesa nel Cesena?». Disse tutto questo come un baritono aggrappato alla rete, mentre il gruppone di giocatori stava sfilando davanti a lui. E Terlizzi non la prese benissimo: «Oh, vecchio, finiscila che mi hai rotto».

Il gruppo di giocatori continuò la sua corsa e per una volta Puga replicò provando ad abbassare la voce: «Ma sta zèt, va in te casèn».

Grave errore strategico: incauto come i difensori di Zeman, Puga non aveva calcolato che Florian Myrtaj si staccava di 5 metri dal gruppo ad ogni giro di campo, così il bomber d’Albania transitò proprio in quel momento.

«Cos’è che hai detto a Terlizzi?».

«Oh, ma cosa vuoi anche tu?».

Terlizzi tornò indietro, raggiunse Myrtaj e partì uno di quei dibattiti senza via d’uscita, dove si univa lo slang romano di Terlizzi («anvedi sto fracico») al vernacolo romagnolo di Puga («mo sta zèt, t’an ci bon a zughì»). I toni salirono al punto che Iachini fece da paciere, ruolo rivestito raramente in carriera.

Due anni dopo, quei burloni del giocatori del San Rocco presentarono al loro allenatore un rinforzo per la difesa, ma Puga bocciò a priori quel giovane che si era qualificato come cameriere siciliano del ristorante Pitto: «Scusami ragazzo, ma in difesa io ho tutta gente forte». Solo che quello non era un cameriere, era Leandro Rinaudo, uno che poi ha giocato nella Juve e nel Napoli e ha fatto pure una bella carriera, anche se è stato Puga a rendere inimitabile il suo percorso. Grazie al San Rocco Calcio, Rinaudo oggi resta l’unico giocatore al mondo ad avere giocato in Coppa Uefa dopo essere stato scartato in un pre-provino al Centro Sportivo di Cesena.

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