Il Cesena, il turnover estremo e la vista lunga di Mignani

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Massima solidarietà a Riccardo Chiarello. Quello di ieri non è stato un turnover, ma un intero cambio degli armadi, e se non ha giocato nemmeno ieri, allora non butta benissimo. Certo che la formazione alla palla al centro era ben strana e visto il primo tempo, la sensazione è che lo pensassero pure i giocatori in campo. Perché trattare Salernitana-Cesena come un preliminare d’agosto di Coppa Italia? Ha senso ribaltare in questo modo la squadra e scherzare col fuoco contro un avversario ferito ma niente affatto allo sbando? Il punto alla fine è la cosa migliore della prestazione meno convincente di Mignani: nella sconfitta di Pisa il Cesena ci ha messo del suo, ma l’avversario era superiore. Ieri sera l’avversario era giocabile e ha avuto in regalo il primo tempo da un Cesena totalmente sperimentale che non superava la metà campo. Davvero strano per un allenatore che insegue una certa idea di gioco e soprattutto chiede equilibrio in campo.

Alla fine Mignani ha ottenuto quello che voleva, ovvero gestire l’infrasettimanale e ridurre o azzerare le fatiche di giocatori non al meglio (Shpendi, Mangraviti). In più c’è stato uno stress test di metà autunno per avere un quadro esatto delle forze in campo. Qualche segnale sparso: Klinsmann piace parecchio al suo allenatore, quindi Siano deve cercarsi una squadra, perché da terzo portiere è sprecato. Pieraccini dà valore ad ogni minuto che passa in B: sa stare in panchina e sa stare in campo, quindi da quarto-quinto difensore può diventare una risorsa. Ceesay e Bastoni promettevano di più di quello che hanno dato fin qui, in un centrocampo che ha bisogno di rinforzi di centimetri e morso. Ah, poi resta il nodo dell’attacco, perché il Cesena gioca a una punta nel senso più ampio del termine, perché l’alternativa a Shpendi per ora non è credibile. Era l’occasione di Van Hooijdonk e non l’ha sfruttata: in 11 partite ha giocato poco, ma qualche segnale doveva comunque darlo. Mica gol a grappoli per forza: sarebbero bastati 5 minuti di fila fatti bene, con gli occhi affamati di chi vede Cesena come un’occasione e non come un parcheggio come tanti altri in Europa. Se gli stimoli sono questi, meglio salutarsi sotto Natale con tanti auguri reciproci.

Shakerando il viaggio di Salerno, fanno 15 punti in 11 partite. Sono un buon patrimonio da gestire: col passare dei giorni il pari dell’Arechi sembrerà più bello e se il Cesena batte il Sudtirol, diventerà bellissimo. A quel punto si completerà del tutto la vittoria di Mignani, che avrà avuto la vista lunga e migliore di tanti di noi che invecchiano male pure davanti alle partite di calcio. Noi che il nostro manifesto è un vecchio sketch di Andrea Pucci, comico noto ai più per le comparsate su Zelig e noto ai meno per essere una specie di sosia di Pierpaolo Bisoli. Il suo avvicinarsi alla terza età, Pucci lo ha spiegato così: «Mi sono accorto di essere invecchiato il giorno che cercavo il mio cellulare sotto il letto. Non lo trovavo, eppure ci vedevo bene: mi facevo luce con la torcia del mio cellulare».

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