Il Cesena, il confine tra titolari e riserve e il rigore di Rampulla

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Dopo la prima vera gara sbagliata come approccio, viene in mente una classica battuta dei dopopartita del calcio amatoriale: “Siamo la squadra da battere, infatti ci hanno battuto”. Sono bastate due vittorie di fila tra campionato e coppa per riempire la pancia del Cesena, quando invece la stagione è solo agli antipasti.

Pisa-Cesena ci ha ricordato che è la sua suprema incostanza a relegare Antonucci in B, in più ha fornito un ripasso istruttivo sul confine tra titolari e riserve. Riassumendo: Celia è la riserva di Donnarumma, ma si sapeva. Ceesay per ora è nettamente la riserva di Adamo e questo era meno scontato. Il vero problema è in attacco, dove al momento è riduttivo dire che Van Hooijdonk sia la riserva di Shpendi, perché tra i due c’è una specie di Fossa delle Marianne. Non si può passare da una punta che tocca un pallone ogni minuto a un’altra che ne tocca uno ogni mezzora: è un fossato che il Cesena non può permettersi.

Al netto di tutto questo, c’è un portiere che para e Matteo Pisseri si sta dimostrando affidabile oltre ogni previsione. In tema di portieri, la storia ci dice che compie addirittura 40 anni la più qualitativa batteria di portieri mai vista tutta insieme a Cesena. È la stagione 1984-85 in B, con l’allenatore Adriano Buffoni che ha un problema: la sua squadra è in un tunnel di errori dal dischetto al limite della psicosi e sbagliano in serie Cozzella, Russo, Gabriele e Cravero. In porta c’è il 22enne Michelangelo Rampulla, titolare della Nazionale Under 21 e la sua riserva è Stefano Dadina. I due portieri della Primavera sono Alberto Fontana e Adriano Bonaiuti (poi a lungo in B e in A col Padova) e negli ultimi mesi si riaggrega pure Sebastiano Rossi, che ha chiuso in anticipo il parcheggio a Empoli.

Quel Cesena non ha l’allenatore dei portieri: Rampulla e Dadina si allenano con Emilio Bonci, poi una volta alla settimana c’è una specie di clinic diretto da un antico maestro come Giorgio Fioravanti. Nel clinic ci si allena pure ai rigori, i portieri si sfidano tra loro e quando calcia Rampulla è un giocatore di biliardo: piattone destro nell’angolo e gol. Non solo: spesso li dichiara prima al collega e segna lo stesso.

“Fontana, occhio che calcio alla tua sinistra”. Calcia a sinistra. Gol.

“Rossi, te la metto a sinistra”. Calcia a sinistra. Gol.

Incupito da un cimitero di rigori sbagliati, Buffoni vede quella serie di calci in buca d’angolo e alla vigilia di Varese-Cesena del 12 maggio 1985 chiude la riunione tecnica con un annuncio che spiazza.

“Un’ultima cosa ragazzi, il prossimo rigore che ci danno, lo tira Rampulla”.

Passano tre settimane e si arriva a Monza-Cesena, 2 giugno 1985. In un campionato che sta finendo senza squilli, sta emergendo il giovane fantasista Augusto Gabriele. Rampulla vuole dargli una mano a mettersi in vetrina e lo avvicina prima della palla al centro.

“Augusto, se ci danno un rigore, tiralo tu”.

“Sicuro? Buffoni ha detto che il rigorista sei tu”.

“Sì, sì, vai tranquillo, lo tiri tu”.

Mentre il Monza sta vincendo 1-0, a metà ripresa c’è un fallo di mano di Saltarelli in area per anticipare Agostini. Rigore netto, Gabriele prende il pallone e va verso il dischetto, ma in panchina c’è Buffoni che si sbraccia.

“Ma cosa fai? Ho detto che tira Rampulla”.

“Mister, me l’ha detto Rampulla”.

“Sì mister, glielo avevo detto io, per me non c’è problema”.

“No, no, decido io: tira Rampulla”.

Il radiocronista Emanuele Dotto di “Tutto il calcio minuto per minuto” non perde il suo aplomb nel commento (“ho l’impressione che sia Rampulla a calciare”), intanto Rampulla si fa tutto il campo di corsa e si avvicina alla porta di Alberto Torresin, numero uno del Monza. Non sono amici, ma c’è di base una certa solidarietà tra portieri e Torresin è quasi più preoccupato del collega.

“Scusa, ma tu cosa ci fai qui?”

“Ah, il rigore lo tiro io”.

“Come lo tiri tu? E se te lo paro?”.

“Ah, pazienza: se lo pari, sei bravo”.

Rampulla apre il piatto destro, ma cambia idea all’ultimo momento e calcia alla destra di Torresin, che para in due tempi. Adriano Buffoni si spalma in panchina e prepara mentalmente la lista del calciomercato estivo. Per prima cosa, uno che batta i rigori. E in attacco arriverà Mauro Gibellini, che dal dischetto sarà una macchina da 8/8. Erano i tempi in cui bastava chiedere e poi Renato Lucchi risolveva il problema in stile Mister Wolf di Pulp Fiction. Oggi siamo alle soglie di un problema: se Van Hooijdonk resta questo, qui ci vuole una punta.

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