Il Cesena e la regola di Emilio Bonci che torna di moda

Blog
/  A un dato momento

E se questa fosse davvero la grande occasione di Michele Mignani? Il primo ad accorgersene ieri è sembrato lui, mai così infervorato in panchina, imbelvito nel secondo tempo dalla voglia di gol del Cesena e pure da un arbitro in difficoltà. Ormai è abbastanza chiara la sua idea di calcio, un mix tra il gusto nel vedere la sua squadra che attacca e l’andare via di testa quando la vede sbandare dietro. In più ha una certa predilezione per quelli bravi a giocare a calcio: Bastoni non lo cambia nemmeno sotto fucilazione (e ora comincia a capirsi il motivo), si è infatuato in fretta di Berti e poi c’è Shpendi che è un discorso a parte.

Difendere su Shpendi ti corrode come la ruggine: è cattivo in area, ma non aspetta che la partita venga da lui, è lui che va dalla partita in ogni angolo di campo. Il senso del gol di Nicola Pozzi e la voglia di morire su ogni pallone di Simone Cavalli: francamente il massimo. Ha fatto 9 gol in 14 partite e di questo passo viaggia per i 24. Per ingolosirsi, ecco nomi e numeri degli ultimi tre capocannonieri della B: Coda 20 gol (Lecce), Lapadula 21 (Cagliari), Pohjanpalo 22 (Venezia). Giusto per la precisione: ognuno di questi tre capocannonieri a fine stagione ha festeggiato il salto in A. Un salto che non è nelle corde del Cesena, che ha solo il dovere di salvarsi in anticipo in un campionato che sarà pericoloso fino alla fine. C’è una squadra che sta diventando ingiocabile (il Sassuolo) il resto è andare a nuoto con gli squali.

William Viali teneva da matti a fare bella figura (e punti) qui e per un curioso gioco del destino, la settimana che lo ha riportato al Manuzzi è stata la settimana più bella della carriera di Roberto Cevoli, commissario tecnico appena passato alla storia della Nazionale di San Marino. Dopo l’esonero di Francesco Modesto (gennaio 2020) Cevoli per un giorno si sentì davvero l’allenatore del Cesena e invece all’ultimo momento arrivò il sorpasso di Viali.

Quel lunedì 27 gennaio Cevoli non lo dimenticherà mai. Inizialmente gli dissero: “Scegliamo tra te e Calori”. Un Calori che non si liberò dalla Ternana e allora restava solo Cevoli, che alla mattina ha un colloquio approfondito con Pelliccioni, poi va fiducioso a pranzo a San Cristoforo con il vice Nicola Cancelli e qualche amico, quindi si risente con Pelliccioni che gli dice: “Nel pomeriggio c’è il consiglio, poi ti avviso”.

Cevoli esce dal ristorante, si infila in un bar di Cesena e ci campeggia per ore, macerandosi nell’attesa. Vuole restare nei paraggi, così a fine consiglio può subito impostare il lavoro e magari presentarsi subito ai soci. Passano due, tre, quattro ore e i baristi cominciano a chiedersi cosa ci faccia lì quel signore alto quasi due metri sempre attaccato al telefono. Poco prima delle 8 di sera suona il telefono: “Abbiamo scelto Viali”. Paga alla cassa, ritira lo scontrino del bar con la faccia più grigia dei tramezzini rimasti in vetrina e torna a casa moralmente bombardato. “Da questa botta sarà dura riprendersi” risponde agli amici che provano a consolarlo. La botta in effetti fu tosta, poi si è rimesso in gioco e da una settimana c’è mezzo mondo che parla di lui non solo come di una bella persona, ora è pure il ct di una Nazionale che prendeva gol a badili e adesso si è messa a vincere.

Viali ha allenato il Cesena guadagnandosi il trampolino per la Serie B, Cevoli ha sfiorato il Cesena e adesso può sognare di fare i Mondiali. Un’ultima conferma della regola di Emilio Bonci: chi fa calcio qui è baciato dal sole e se invece piove, è acqua santa. E si fa largo il sospetto che a Mignani abbiano detto di questa regola.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui