Il Cesena e gli illusionisti che offrono solo grandi partite

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Magari è solo un’illusione, è la lente deformata dopo 6 anni di assenza da un certo tipo di campionato. Sarà lo stacco brusco rispetto ad alcune partite di C dove chi faceva più di 4 passaggi di fila veniva guardato male. Sarà che non si vedono più campi da calcio con vista cipressi, vista tangenziale, vista pullman parcheggiato, vista bandierina del calcio d’angolo che non si vede perché la telecamera non ci arriva. Sarà l’elettricità dell’inizio che fa sembrare tutto di un altro livello. Sarà per tutto questo o forse è davvero un’illusione, chissà. Però, in definitiva: ma quanto è bella la Serie B? Prima o poi capiterà di vedere una partita orrenda e allora i casi saranno due: 1) ci siamo abituati al nuovo campionato, 2) la partita faceva oggettivamente ribrezzo.

Nel frattempo, di partite brutte del Cesena non se ne sono ancora viste, con la vittoria col Catanzaro che certifica che questa rosa non ha perso l’inerzia positiva tipica delle neopromosse. Al di là dei cambiamenti in panchina e in campo, chi viene da un campionato vinto ha un’energia vincente che spesso paga in agosto e in settembre, quando avversarie sulla carta più forti devono ancora trovare una loro identità. Il neopromosso Cesena di Ficcadenti partì in A con 7 punti nelle prime 3 partite e su quei punti ci coltivò un campionatone. Qualche anno prima, il neopromosso Cesena di Castori approcciò benissimo la B, poi fatalmente calò di tono, ma si salvò grazie alla scorta iniziale, frutto di un’inerzia positiva che veniva dal campionato vinto.

Oggi Berti, Shpendi, Kargbo e compagnia corrono grazie a gambe superiori e in più sono forti di un pieno di benzina fatto al distributore della C, con quintali di vittorie che sono una batteria ancora accesa per tutti, giocatori e pubblico. Il pubblico, appunto: quasi 8mila abbonati e un totale di quasi 12mila spettatori a godersi l’illusione di vedere un grande campionato. Ciò che salta all’occhio è il gran numero di bambini nei vari settori dello stadio, frutto del lavoro di illusionismo di padri, madri, zii, nonni, parenti e amici vari. Un tipo di illusionismo che ha spiegato in modo efficace lo scrittore Cristiano Cavina di Casola Valsenio, tifoso del Cesena in un avamposto dove il Bologna è stabilmente maggioranza relativa e sgomita con le grandi di serie A. Con un lavoro di fino, Cavina ha coinvolto il figlio nella sua passione calcistica e un giorno ha raccontato come ha valicato l’ostacolo finale: “Guardavamo la partita del Cesena in tv e mio figlio Giovanni, che va alle elementari, mi ha fatto la domanda che aspettavo da anni. Visto che tutti i suoi compagni di classe tifano Juve, Inter o Milan, lui si è girato verso di me e mi ha chiesto: “Babbo, però anche il Cesena vince sempre vero?”. Io gli ho detto in un sospiro: “Certo che sì”. Si è tranquillizzato subito e ci siamo rimessi a vedere la partita. E quando si accorgerà che non è vero, per lui sarà troppo tardi”.

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