Il Cesena, D’Aversa, Corvino e il business che corre veloce

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“Non posso non dire la verità, non posso non considerare che D’Aversa con 8,5 milioni di monte ingaggi non è mai stato nelle ultime tre della serie A. D’Aversa stava facendo il meglio possibile con quello che la società era in grado di dargli”.

Lo ha detto circa 3 mesi fa Pantaleo Corvino a Lecce mentre presentava Luca Gotti al posto di Roberto D’Aversa, esonerato dopo la testata a Thomas Henry dopo Lecce-Verona 0-1 del 10 marzo. Una conferenza stampa in cui Corvino ribadì che non avrebbe mai esonerato D’Aversa senza quel brutto episodio. Primo indizio: tra i difetti di Pantaleo Corvino non c’è quello di non sapere di calcio, quindi se un allenatore piace a Corvino, di solito è un buon allenatore.

Resta il dubbio su una scelta poco da Cesena: sali dalla C alla B e prendi un allenatore che viene dalla A. All’inizio delle sue annate migliori in B, il Cesena si è sempre affidato a tecnici emergenti a cui ha detto: “Ora diventiamo grandi insieme”. Cesena di solito è un’occasione, non un traguardo: ha provato ad essere un traguardo per allenatori costosi e quotati come Giovanni Vavassori e Marco Giampaolo ed è finita male parlando solo di soldi, avvocati e vertenze.

Poi però c’è un altro indizio: D’Aversa all’inizio di giugno era sul mercato come un allenatore di Serie A esonerato mentre la sua squadra era salva. E se un allenatore di A accetta di mettersi in gioco in B, significa che ha avuto garanzie di avere una squadra all’altezza.

L’avventura del Cesena matematicamente in B da due mesi e mezzo inizia con un nuovo allenatore e un nuovo azionista di maggioranza. In 78 anni di storia, l’Ac Cesena ha avuto 5 presidenti (Rognoni, Manuzzi, Edmeo Lugaresi, Campedelli, Giorgio Lugaresi). Dopo 6 anni, il Cesena Fc è già a quota 4: Patrignani, Lewis, Aiello e ora Melby. L’orologio viaggia ad una velocità diversa e finché la proprietà resta straniera, è una velocità a cui dovremo abituarci. C’è una società che è trattata come un promettente giocatore da plusvalenza e ora la plusvalenza è evidente. Nel percorso di 6 anni il club è aumentato di valore e ad un certo punto Patrignani e Aiello hanno detto la stessa cosa prima di passare il testimone: “Noi potevamo arrivare fino ad un certo punto, per la crescita del Cesena è meglio così”. E la velocità aumenta. Finché si cresce, tutti felici e tutti amici, mentre sarà da valutare il momento in cui non arriveranno i risultati, quel preciso momento in cui oltre al business deve scendere in campo la passione, la voglia di resistere e coltivare un progetto a cui si vuole bene, al di là dei soldi. È quel momento in cui un uomo di calcio innamorato del Cesena e di Cesena dice “calma, aspettiamo”, mentre l’uomo d’affari è nell’ufficio di fianco che dice al telefono: “Vendiamo e facciamo in fretta”.

Finché un proprietario americano vende quando si vince, tutto bene. Quando deciderà di farlo in tempi di magri risultati e grosse spese, insomma. Nel dubbio, teniamo le cinture allacciate e prepariamoci ad altre estati così veloci, talmente veloci che siamo al 12 giugno ed è ancora primavera.

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