Il Cesena che unisce i puntini tra il campionato e la verità

Se hai pazienza entri nella dimensione ideale e scopri tante ambizioni da investire ora. Facile a dirsi, più difficile a leggersi. Per esempio, quale è la dimensione del Cesena? Una classifica da 44 punti ci dà un indizio: 11-11-11. Dopo 33 partite, lo stesso numero di vittorie, pareggi e sconfitte: una squadra regolare piena di giocatori irregolari. Non c’è mai stata una settimana in cui il Cesena ha davvero avuto paura di tornare in C e ripensando alla scorsa estate, è un valore da non trascurare. Sta facendo la differenza un gruppo sano che è una base solida per individualità inaffidabili: se la Serie B è il cantiere dei talenti incompiuti, il Cesena si candida a squadra manifesto del campionato. Il Sassuolo ha ritrovato la Serie A tenendosi un campione d’Europa come Berardi e una serie di gioielli da piano di sopra, il Cesena è pieno di ragazzi con un grande futuro coperto dal sipario di un incerto presente.
Con la cessione di Kargbo, era partito il giocatore indecifrabile per eccellenza. È andata a finire che la categoria dei Kargbo si è infoltita. Berti e Shpendi stanno soffrendo a distanza il salto di categoria: esaurito l’entusiasmo iniziale, sono in un momento di difficoltà e non hanno una guida da seguire. In difesa c’è Prestia con una dimensione adulta che aiuta tutti; a centrocampo e in attacco i giovani non hanno riferimenti, circondati da altri incostanti giusto un po’ più cresciuti.
E gli acquisti di gennaio? Riassumiamo: Saric 10 presenze e nessuna gara giocata per intero. Russo 7 presenze, nessuna gara intera. La Gumina 9 presenze, 2 gare intere e non si vede da un mese. Detto in tre parole: così diventa dura. Niente da dire sull’atteggiamento di chi è arrivato, ma è l’ennesima conferma che al mercato di gennaio o spendi come una manovra finanziaria e prendi Pohjanpalo come ha fatto il Palermo, oppure dirotti su giocatori che spesso sono delle incognite, soprattutto a livello fisico. E a proposito di Palermo: il Cesena ora è nono in classifica, il reparto play-off al momento è chiuso da Bari (ottavo) e Palermo (settimo). Venerdì sera si è giocata Bari-Palermo: tra titolari e subentrati, in attacco si sono alternati in campo Falletti, Lasagna, Bonfanti, Favilli, Brunori, Pohjanpalo, Insigne, Di Mariano e Le Douaron. Senza offesa per nessuno, parliamo di un altro livello. Anzi, non è un’offesa: dà ancora più valore a quello che ha fatto il Cesena fino ad ora.
In mezzo a un fiorire di alti e bassi, questa stagione può essere il pianerottolo di gavetta per ottimi giocatori del futuro. Nel girone d’andata il Cesena ha stabilmente giocato con due ottimi attaccanti di categoria: uno era Shpendi e l’altro era il Manuzzi, un tipo di stadio che porta dei punti. Nelle interviste del dopo-partita, tutti gli allenatori ospiti parlano dello stadio di Cesena e non è solo buona educazione. Poi alla lunga la classifica ti sbatte in faccia la realtà e sembra quel magnifico passaggio della canzone di Brunori Sas, quando parla di “unire i puntini tra la mia bocca e la verità”. Unendo i puntini del campionato, si scopre che il Cesena è oltre la sua dimensione. Unendo invece le iniziali delle parole della prima frase di questo articolo, si otterranno i centravanti più forti che ha schierato Mignani.