Bari-Cesena, la posizione congrua in area e la situazione sfuggita di mano

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In definitiva, qualcuno ha capito quello che sta succedendo? C’è davvero qualcuno che sa spiegarci quando è rigore o no? Bari-Cesena è stata l’ultima puntata, ma è chiaro che la situazione sia sfuggita di mano. Il calcio sta diventando uno sport troppo difficile e sarebbe bello scoprirne le cause. Al vaglio ci sono due ipotesi, entrambe con solide motivazioni. La prima: i vicoli del regolamento e gli equilibrismi del Var ci hanno spedito in una giungla di espressioni orrende come “movimento innaturale”, “posizione congrua”, fino al peggiore di tutti, il capoclan della cosca, lo “step on foot”, ovvero ti pesto un piede: sul bus ti sposti, in area è rigore per gli altri. Il fallo di mano poi ha una casistica così vasta da riscriverci l’Iliade in versi, con la differenza che non sarebbero versi poetici.

La seconda ipotesi, più brutale: il calcio è diventato uno sport troppo difficile ma non è colpa del calcio, bensì delle nostre limitate capacità mentali (teoria che minaccia di prendere quota col tempo).

I limiti del Cesena a Bari? Intanto ha perso contro un avversario che schierava dall’inizio due ottimi attaccanti di categoria come Lasagna e Novakovich. A volte è una buona idea quella di partire con due belle punte da B, solo che il Cesena non le ha. Il fatto che non sia entrato Van Hooijdonk nemmeno sull’1-0 per certi versi è preoccupante: è stata una mossa ineccepibile di Mignani e certifica che siamo ai saluti. Guardiamo gli altri partner del magnifico Shpendi. Forse l’unica vera seconda punta è Kargbo (3 gol, ma non segna da 7 giornate), gli altri sono talentuosi atipici come Tavsan (2 gol), Berti (1), fino all’inaccettabile quota zero di Antonucci: se giochi in quel ruolo, qualche gol lo devi produrre.

In mezzo a tante parole, la sostanza dei fatti ribadisce che c’è un buon bottino di punti in classifica grazie a una squadra che ha nella voglia di giocare il suo punto di forza, ma quando la partita si mette in salita, pecca di personalità. Il mercato ha portato un unico titolare dalla Serie A italiana, ovvero Bastoni: è stato comprato per essere una certezza e ieri è stato tra i primi a sparire nelle prime difficoltà. Se ci uniamo un giro dei cambi che non è quasi mai migliorativo, viene da dire che i 22 punti in classifica sono davvero una grande cosa, ma sono fondamenta che vanno consolidate al mercato con giocatori pronti per la B anche a livello caratteriale (una punta, un centrocampista e magari un esterno).

Bari-Cesena 1-0 decisa dalla prima vera azione del Bari calza a pennello per una frase classica del calcio: “In questo campionato alla prima occasione ti castigano”. Di solito lo dicono le neopromosse che faticano ad adeguarsi alla nuova realtà, mentre il Cesena i punti li ha fatti subito, grazie al buon impatto sulla B dei ragazzi che avevano sbranato la C. Il fatturato della classifica resta molto buono, ma i segnali che servono rinforzi arrivano proprio dal prendere gol al primo respiro dell’avversario, concetto estremizzato da un vecchio sketch di Andrea Roncato e Gigi Sammarchi.

“Nel mondo siamo 7 miliardi: ti rendi conto che ogni volta che respiro muore una persona?”.

“Magari prova a fare qualcosa per l’alito, sarà il fegato”.

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