Unieuro, i segreti della riscossa sono l’umiltà e l’equilibrio

«In una serie A2 unica come quella di quest’anno, è tanto facile precipitare quanto salire: noi prima siamo scesi rapidamente e poi velocemente siamo risaliti e per continuare a farlo dovremo mantenere gli equilibri che adesso abbiamo raggiunto e continuare ad essere umili». Parla così il general manager della Pallacanestro 2.015 Forlì, Renato Pasquali, tornando a vedere la squadra lavorare in palestra dopo i tre giorni di riposo concessi da coach Antimo Martino in virtù della pausa agonistica che la convocazione di Toni Perkovic con la nazionale della Croazia, ha concesso.

Al lavoro, da ieri, sono tornati tutti tranne la guardia che stasera a Zara sfiderà la Francia e lunedì Cipro a Nicosia, per il girone di qualificazione agli Europei 2025. Tornerà in Romagna martedì, per un allenamento in vista del match del giorno seguente con Nardò al Pala Galassi. Appuntamento che Forlì attende con rinnovato fremito in quanto può valere la quinta vittoria consecutiva e un ulteriore passo avanti nella classifica che, attualmente, vede l’Unieuro sesta. Tutto frutto di successi da red carpet con Cantù e Udine, ma anche di vittoriose battaglie in trincea come a Orzinuovi. «Gare sempre più difficili da interpretare e giocare, perché dopo aver battuto le migliori, anche inconsciamente tendi ad approcciarle in maniera più leggera – afferma Pasquali - Siamo riusciti ad evitare questa trappola, ma dobbiamo continuare a farlo perché ora ci aspettano Nardò, Vigevano e Cremona e se non le sfidiamo con la giusta umiltà, rischiamo grosso».

Umiltà è la parola chiave del Pasquali pensiero. «Credo che la differenza la stia facendo, e la farà, la capacità di ricaricare di gara in gara le proprie energie mentali, mantenendo lo stesso atteggiamento. Non abbiamo ottenuto quattro vittorie in fila, solo poco tempo fa inimmaginabili per molti, battendo nel ritorno formazioni del calibro di Rimini, Cantù e Udine, perché abbiamo messo il vestito della sera, ma perché abbiamo indossato sandali e saio e ci siamo sbucciati le ginocchia. Questa deve rappresentare la nostra identità».

Oltre a quella tecnica data dalla crescita individuale di molti biancorossi, dalla fiducia che i successi fanno aumentare e «da un assetto in campo che è cambiato dando i suoi frutti: con il quintetto che ora Martino schiera e una nuova ripartizione dei minutaggi, il gruppo ha trovato la sua dimensione migliore». Quella nella quale, per il “giemme”, anche Demonte Harper sta, per così dire, “facendo il suo”. «Nonostante sotto certi aspetti stia esprimendosi al di sotto delle nostre aspettative e faccia fatica a segnare, va anche detto che sul parquet è in grado di fare tantissime cose utili. E’ una sensazione, ma forse i compagni si sono abituati a prendersi più iniziative al posto di quelle che pensavamo potesse assumersi Harper e questo li sta responsabilizzando. Con ottimi risultati, direi».

Quindi Demonte Harper, resterà a Forlì? «Siamo contenti per le vittorie, lui porge il suo “mattoncino” sempre e la squadra ha ora una sua quadratura – afferma Pasquali - Noto che i risultati migliori li sta ottenendo chi ha insistito con fiducia sul gruppo originario rispetto a chi ha avuto fretta di cambiare e noi stiamo ponendoci una domanda: inserire un giocatore diverso, da 15 punti di media, ci farebbe vincere più partite?». E la società una risposta se l’è già data o è ancora una riflessione in corso? «Non abbiamo deciso nulla in via definitiva, ma a tutt’oggi non ci trova d’accordo la celebre frase di Julio Velasco secondo cui il momento migliore per cambiare è durante una fase vincente poiché, nelle sconfitte, si agisce d’istinto e di pancia. In questo momento la pensiamo diversamente».

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