Unieuro, i ricordi di Garelli: “Con Forlì e Vigevano le promozioni più belle”

Da Piero Pasini a Gigi Garelli, tra Forlì e Vigevano le due contendenti dei quarti di finale dei play-off di serie A2 che scatteranno domenica dal Pala Galassi, non c’è solo un’acerrima rivalità sportiva e “di piazza” che affonda le sue radici sino agli anni ’60, ma ci sono anche punti di congiunzione storici. Quelli rappresentati proprio dai due allenatori, forlivesi di nascita come il primo, o d’adozione come l’attuale coach dei Raggisolaris Faenza.

E la storia, o almeno quella d’alto livello della società della Lomellina, parte proprio dal “Topone di Forlimpopoli”, che dopo gli inizi nella pallacanestro femminile forlivese approdò nel 1974 nello staff di Vigevano diventandone capo allenatore in B nel 1976-1977. Una partenza col botto, la sua, perché riuscì immediatamente a conquistare la serie A2 con la Mecap che giunse dopo un estenuante percorso fatto di gironi, poule promozione, concentramento finale e spareggio vinto 71-69 sulla Juve Caserta il 26 giugno 1977.

Pasini lascò subito Vigevano per approdare alla Pallacanestro Livorno e continuare la sua carriera che lo avrebbe portato anche a Forlì in due fasi diverse, ma senza diventare mai “profeta in patria”.

Ciò che invece è riuscito a essere nella sua città adottiva Luigi Garelli da Bazzano, il coach della finale 2005 con la Fulgor Libertas, ma soprattutto della risalita in A2 del basket biancorosso di quella Pallacanestro 2.015 che non solo diresse in campo, ma contribuì a fondare assieme a Giuseppe Rossi da Lugo e Giancarlo Nicosanti.

Un ricordo indelebile in lui e ora in tutti coloro che siedono al palasport di via Punta di Ferro, al cui interno campeggiano gli stendardi di Coppa Italia e promozione, conquistate da Garelli nel 2016, così come incancellabile dalla sua carriera e dalle sue emozioni è l’altra A2 ottenuta proprio con Vigevano al termine della stagione 2008-2009. Si tratta delle ultime due promozioni sul campo raggiunte da Garelli.

«Sono le due promozioni più significative della mia vita - ammette il tecnico -. A Forlì riuscimmo dopo nemmeno un anno dal “disastro Boccio” e in un’avventura che partiva da zero, con tutto il materiale Fulgor Libertas sotto sequestro, raggiungemmo subito un risultato che tante squadre anche più blasonate, hanno conquistato con tempistiche superiori. Il fatto che ancora oggi la gente mi fermi per strada e me ne attribuisca il merito, mi rende molto orgoglioso e me la porterò dietro per sempre».

Idem per Vigevano.

«Una gioia incredibile, perché la società mancava da quei palcoscenici da tantissimi anni ed è una piazza passionale tanto quanto lo è Forlì. Quando fai qualcosa di importante in una città che ha il basket nel cuore e nell’anima, conta doppio ed è impagabile».

Ed è un problema doppio quando le cose non vanno bene. «Allenai Vigevano dal 2001 al 2004 e tornai da avversario con Forlì in un pomeriggio burrascoso dove ebbi uno scontro con il capo ultras che richiesi presente in sala stampa. Ci insultammo dieci minuti, poi ci abbracciammo e nell’estate 2008 il direttore sportivo di Vigevano mi richiamò per domandarmi se volessi tornare. Gli chiesi di sondare prima i tifosi, memore di quel precedente, e lui mi rispose che erano stati proprio loro a caldeggiare il mio nome».

Da lì due anni stupendi professionalmente (anche miglior coach di A2 nel 2010) da cui è lecito domandare quale delle due ascese gli sia rimasta più cara. «Me lo chiede continuamente anche mia moglie. Con Vigevano fu la prima conquista dell’A2 ottenuta con le mie forze ed è stata un’emozione impagabile. Anche con Forlì perché ci ho messo molto del mio a livello gestionale, ma se dopo la vittoria nella Coppa Italia di quest’anno, Nicosanti stesso mi ha scritto che nasce anche dal mio lavoro, e ne son stato onorato, sul campo l’impresa con Vigevano ha un sapore tutto particolare».

E allora, nel 2024 chi va avanti ai play-off tra le due? «Mi aspetto che l’Unieuro riesca a giocare anche senza Allen nello stesso modo di sempre. Un modo fatto di coesione e solidità difensiva superiori alla media. Vigevano dovrà fare onestamente un miracolo per riuscire a passare al turno successivo».

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