Non è ancora la migliore Unieuro e c’è da risolvere il caso Harper

Tenere il passo in casa in questa A2 è fondamentale. Piazzare colpi in trasferta sarà molto difficile sempre, ma riuscirci potrebbe rivelarsi decisivo nella corsa al vertice. L’Unieuro una di queste zampate l’ha assestata domenica, la prima della stagione contro un’avversaria alla portata ma che sul proprio parquet cercherà di fondare le fortune della sua annata.

Il successo di Avellino è dunque di quelli che contano. Anche nell’immediato perché con la prospettiva del derby romagnolo del Flaminio, la squadra di Martino tiene il contatto con il vertice della classifica e si garantisce la possibilità di lavorare serena in settimana.

Non è stata una vittoria senza pecche ed esaltante per la qualità mostrata, ma basta avviare un po’ la memoria per ricordarsi di come molti successi della scorsa stagione sono arrivati. Forlì non era una squadra che lontano dal Pala Galassi facesse un sol boccone delle proprie avversarie, eppure vinceva dimostrandosi fredda, lucida, sicura di sé nei finali. Lo stesso è successo al Pala Del Mauro con una reazione di personalità (e talento di Parravicini) nei 7’ finali dopo che un paio di passaggi a vuoto avevano rimesso in pista Avellino.

È su questi che ora Martino focalizzerà la sua attenzione come ha detto a fine partita. L’obiettivo è avere una squadra “sul pezzo” sempre, senza saliscendi di attenzione e intensità perché su altri aspetti la possibilità di incidere richiede un lavoro più lungo e non è detto passi dalle mani dello staff tecnico forlivese. Passa da quelle dei giocatori biancorossi che proprio calde non lo sono.

Due statistiche dicono tutto: Forlì è la peggior squadra di tutto il campionato nel tiro dalla lunga, con un 28% complessivo sul quale incide in positivo il 48% di Matteo Parravicini. Per tutti gli altri è inverno.

E non solo da dietro l’arco, perché da due punti l’Unieuro tira con il 46% ed è terzultima, dietro a sé solo Cento e Rieti. Demonte Harper, poi, continua a essere un caso aperto: 3/13 dal campo anche ad Avellino, 35% da due e 17% da tre in stagione. Non ci pare non essere messo nelle condizioni di incidere, la palla passa dalle sue mani sempre e in ogni possibile situazione. Sbloccarsi spetta a lui e solo a lui. L’auspicio per Martino è che il possibile recupero di Dawson per il derby, liberi l’ex Tortona forse anche mentalmente dal peso di dovere essere per forza quel primo terminale che, probabilmente, non è proprio nelle sue corde.

Se l’attacco stenta, ma può e deve migliorare, l’Unieuro ha una statistica di cui può fregarsi le mani soddisfatta. È il dato dei punti subiti, appena 69.7 a gara. La difesa dei biancorossi è la più impenetrabile di tutta la serie A2, l’unica che tiene le avversarie sotto quota 70 e, in quel dato, incidono persino due tempi supplementari giocati con Verona. Una parte della sua “creatura”, Martino la vede già formata, ma sa benissimo che questa faccia, da sola, non può bastare. Di sicuro sarà fondamentale nel derby. Una sfida tra mondi cestistici opposti quella a Rimini. Miglior attacco contro migliore retroguardia. Ci sono tutti gli ingredienti per una domenica da cuore in gola.

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