Martino e una Unieuro dai due volti: “Negli ultimi 15 minuti siamo calati”

Tre partite racchiuse in una ma quel che conta per l’Unieuro è esserne uscita vittoriosa all’ultimo secondo e all’ultimo respiro. Anzi, oltre l’ultimo respiro, perché il canestro decisivo di Luca Pollone arriva a tempo scaduto, con la sirena che suona quando ancora la palla non ha lasciato i polpastrelli della mano destra dell’ala biancorossa. A termini di regolamento canestro non valido e match che avrebbe dovuto avere la coda dei tempi supplementari, ma è stata questione di un centesimo di secondo e senza l’ausilio dell’instant replay era difficilissimo accorgersi di quello che, a tutti gli effetti, è stato un errore arbitrale.

L’Unieuro ne approfitta e grazie a Pollone porta a casa due punti di platino per la sua classifica e il suo morale. Li conquista dopo un match perfettamente approcciato, che per 25 minuti ha ricordato quello di Torino per la sicurezza dimostrata dai biancorossi. Poi però è cambiato tutto e tra confusione offensiva, palle perse da cui sono nati contropiede (5/12 al vento nei 10’ finali) e cronica titubanza in lunetta, Milano ha ricucito dal -15 del 25’ e persino sorpassato. Dall’80-77 però ecco una terza partita lunga 2’40”. L’Unieuro non concede più un punto ai propri avversari nel finale e grazie a questo si prende, poi, la vittoria.

Quella che Antimo Martino, a fine gara si tiene ben stretta capendo come bene possa fare alla sua squadra. «È un successo molto importante per noi, conquistato su un campo difficile e contro una squadra che anche nella difficoltà legata all’espulsione di Alessandro Gentile, ha dimostrato i suoi valori giocando un grande secondo tempo e andando vicina alla settima vittoria consecutiva - dichiara il coach dei biancorossi -. Da parte nostra è indubbio che serva una doppia analisi: quella sui primi 25 minuti e quella sugli ultimi 15».

La prima lettura è giustamente molto positiva. «Non posso che fare i complimenti ai miei ragazzi per come, lavorando bene in settimana siamo arrivati mentalmente in campo riuscendo a fare tatticamente tutto ciò che ci eravamo prefissi. Abbiamo limitato Gentile con la difesa di Gaspardo, abbiamo mosso la palla e ci siamo espressi con fiducia».

E poi? «Nel secondo tempo siamo calati e non è la prima volta ma in primis ci sono mancate quella fiducia e serenità che avevamo in precedenza. Spero che questo successo possa infondercele anche nel riuscire a gestire i possessi finali con la stessa leggerezza e la stessa qualità con cui affrontiamo gli inizi delle partite. Ci serve personalità negli altri periodi. Non conta la condizione atletica ma la gestione».

Lettura condivisibile, cui va aggiunta la considerazione della capacità di reazione che più volte, nei recuperi dell’Urania e dal -3 al gong, i biancorossi hanno dimostrato. Da sola, però, questa non basta. Servono più sicurezza in se stessi e lucidità. «Abbiamo preso tiri di maggiore qualità nella ripresa rispetto al primo tempo, il problema è che in certi momenti perdiamo fiducia, ci demoralizziamo e facciamo quei tre o quattro errori consecutivi che ci costringono a un finale punto a punto che rischi di perdere. Analizzeremo gli ultimi 15’ ma le vittorie su campi difficili vanno celebrate».

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