La nuova filosofia dell’Unieuro illustrata da Tavernelli

Dal dovere dimostrare al volere dimostrare il passo sembra breve ma in realtà è lunghissimo ed è la nuova dimensione di pensiero dell’Unieuro a poche ore dal big match contro la neo capolista Apu Udine.

Il successo ottenuto contro Cantù ha cambiato l’approccio dei biancorossi alle sfide che hanno di fronte e potrebbe aver mutato l’indirizzo della stagione. Lo dovrà confermare il faccia a faccia con la squadra degli ex Rei Pullazi e Xavier Johnson, ma è quanto il play dei romagnoli, Riccardo Tavernelli, è convinto possa realmente succedere.

«Forse in ritardo, ma ritengo che abbiamo davvero capito ciò che dobbiamo essere e come: una squadra che vive di energia e di difesa e che poi, in attacco, gioca sciolta, in velocità, con la palla sempre in movimento - spiega l’ex capitano di Tortona -. Con Udine abbiamo la possibilità di svoltare la stagione, di fare un “clic” importante e forse definitivo per trovare consapevolezza e continuità. Certo, poi ci aspetteranno altre dodici gare nessuna scontata anche se le prime quattro sono con squadre che ci seguono in classifica, ma adesso dipende solo da noi».

Convincimento e auspicio di Tavernelli si fondano sulla prestazione fornita con i brianzoli ma anche sull’evoluzione che l’Unieuro ha mostrato nell’ultimo periodo. «A Desio abbiamo giocato coralmente e con grande intensità, dimostrandoci capaci di fare le cose giuste, di colpire i punti deboli degli avversari e di resistere al loro momento migliore nel quarto periodo fino a quando, i due canestri del sorpasso, ci hanno convinto di poter vincere. Questi aspetti, e in primis l’ultimo, sono quanto di meglio dobbiamo portarci dietro dal match: la capacità di sapere uscire dalle difficoltà deve darci fiducia e non s’è vista solo nell’ultimo incontro, ma già nel derby contro Rimini».

Si è visto anche nel linguaggio del corpo e negli occhi del play biancorosso, che dopo un avvio in punta di piedi, ora è davvero un punto di riferimento determinante all’interno della squadra. «Gli ultimi due mesi per me sono stati molto buoni, è vero - conferma Tavernelli -. Per il tipo di giocatore che sono e la stagione da cui arrivavi, all’inizio dovevo riabituarmi e orientarmi in una situazione nuova e, tra l’altro, contrassegnata da tanti cambiamenti. Il calendario, poi, prevedeva tante gare una dietro l’altra da subito e non è stato semplice adeguarsi e trovare la propria dimensione».

Ora, però, questa è precisa e ben definita. «Sì, ma adesso lo è per tutti e questo fa la differenza. Il gioco che adesso stiamo facendo, meno prevedibile, più di movimento e di passaggi, mi agevola e io riesco ad avere molto più controllo».

Termine, quest’ultimo, che attraverso un suo “quasi sinonimo” diventa il piano per battere Udine. «Dobbiamo avere equilibrio, soprattutto in attacco, per non permettere a Udine di lanciarsi in campo aperto perché andrebbe a nozze con giocatori come Hickey a guidarla a tutta velocità. Ma l’attenzione e l’intensità non dovranno mai mancare in difesa perché contro gente fisica e pericolosa da fuori, l’Apu ha una bagaglio di soluzioni enorme».

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