L’Unieuro si gusta Pollone, l’uomo dell’ultimo quarto

Dal decimo posto al settimo e quindi dentro i play-off, in due partite: l’Unieuro si è ripresa dal diretto al mento inferto da Nardò e attraverso un altro match vinto al fotofinish, rialza le proprie quotazioni nello schizofrenico borsino di una A2 più imprevedibile che mai.

Doveva vincere la squadra di Martino nel nuovo impegno casalingo di domenica, ma come da prassi in questa fase del suo campionato, quella con la Ferraroni Cremona è stata una partita a ondate decisasi solo negli ultimissimi possessi.

Se da un lato le difficoltà dei biancorossi a tenere un ritmo quanto più possibile regolare all’interno dei 40 minuti, non fanno godere appieno il valore (in sé effettivo) di un cammino che recita sei vittorie nelle ultime sette uscite, dall’altro lato la capacità di produrre giocate importanti e decisive nei concitati rush finali con Orzinuovi, Vigevano e Cremona, dimostra come la mentalità dei romagnoli stia plasmandosi e rafforzandosi proprio nel momento clou dell’annata.

Insomma, quella forlivese è ancora una medaglia a due facce, ma già da sabato nel recupero in casa di una Vuelle Pesaro in frenata improvvisa (tre ko di fila dopo l’escalation d’inizio 2025) sarà necessario presentare uno e un solo volto.

Sì, perché da adesso in poi l’Unieuro si gioca tutto o quasi e fatta eccezione per la trasferta a Piacenza, l’attendono solo scontri diretti: Pesaro, Avellino, Milano, Rieti, Fortitudo e Brindisi. Insomma, una volatona lungo la quale è necessario spingere al massimo.

Due leader e mezzo

Così come sono tornati a fare in queste ultime uscite Perkovic e un Gaspardo a un punto dal pareggiare il suo high stagionale di 22 messi a segno con Torino all’andata (e comunque al best in valutazione in questa stagione) e come ha dimostrato di essere capace di fare anche nella metà campo offensiva un Pollone “spaccapartita”. I suoi 14 punti tra gli ultimi 2” del terzo periodo e i primi 5’37” della quarta frazione sono stati a dir poco determinanti e probabilmente hanno confermato a Martino che la sua scelta di rivoluzionare l’utilizzo di Pollone in partita, può rivelarsi una carta vincente.

Sì, perché l’ala al terzo anno in maglia “Pieffe” ha visto stravolto il suo impiego nelle ultime cinque gare. Da quando è arrivato nel 2022 è sempre stato l’italiano più utilizzato in campo, ora ha visto scendere di 7’ di media la presenza sul parquet dalla gara con Udine in poi: da 25.2 minuti a 18.2. Attenzione però perché è mutato radicalmente il “quanto e quando” Pollone gioca.

Ora non parte più in quintetto e nei primi tre periodi è presente in campo appena 10 minuti su 30. Nella quarta frazione però diventa praticamente inamovibile: è presente mediamente 8.2 minuti su 10 e con Nardò, Vigevano e Cremona, non è stato in panchina un solo secondo dell’ultimo periodo. Da ala piccola o da ala forte, non fa differenza, quando una i destini di una partita si compiono, “il professore” sale sempre in cattedra.

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