L’Unieuro ha saputo ritrovare la sua faccia migliore
Dagli stenti offensivi con Livorno all’abbuffata di canestri a Torino. In pochissimi giorni l’Unieuro ha cambiato radicalmente volto dimostrando ancora una volta di più come nel campionato di A2 di quest’anno, ogni gara faccia davvero storia a sé e come i biancorossi, al di là dell’essere un cantiere ancora decisamente aperto, abbiano nello spirito di reazione un’indubbia qualità.
Passare da un estremo all’altro si era già verificato dopo il flop di Brindisi, quando i ragazzi di Antimo Martino fecero un sol boccone della Carpegna Prosciutto Pesaro davanti al pubblico amico in un turno infrasettimanale. È successo di nuovo mercoledì con la variante (positiva) di giocare in trasferta e contro un’avversaria che aveva analoghe motivazioni per riscattarsi. Certo, la Reale Mutua Torino è uscita dal confronto con i forlivesi dando davvero una brutta immagine di sé, ma ciò nulla toglie all’atteggiamento con cui Raphael Gaspardo e compagni hanno affrontato l’incontro: intensi, concentrati, lucidi e precisi, dal primo all’ultimo minuto. Ne è scaturita una performance che non può che rasserenare squadra e ambiente. L’ultimo attacco del campionato ha valicato per la prima volta quota 90, tirando con il 64% da due e il 47% da tre. Suonino le campane, verrebbe da dire, ed è proprio così, ma a confortare coach Martino è la qualità dei tiri costruiti, davvero ottima. «Sono molto soddisfatto per la prestazione, perché abbiamo dimostrato grande solidità ed era quanto cercavamo dopo una brutta gara come quella con Livorno - spiega il coach dell’Unieuro - La reazione della squadra mi è piaciuta, siamo stati intensi, abbiamo trovato buone soluzioni offensive come confermano i 22 assist e i cinque giocatori in doppia cifra. Adesso, però, guardiamo subito avanti e così come non ci eravamo disperati dopo la performance di sabato, non dobbiamo esaltarci adesso».
È il concetto-mantra di equilibrio che Martino quest’anno pone davanti a tutto e che si può leggere in una triplice accezione. Equilibrio di giudizio sull’Unieuro; equilibrio emotivo della squadra stessa in un campionato in cui le onde si susseguiranno l’una all’altra come fosse un mare; equilibrio tattico da trovare e che ora può essere ricercato più facilmente con le rotazioni tornate a dieci grazie all’innesto di Toni Perkovic. «Sotto il profilo dell’attenzione, della concentrazione e della durezza mentale, con Livorno abbiamo commesso tantissimi errori, stavolta siamo stati perfetti da questi punti di vista. Vero, però, che sabato ho contato nove tiri completamente aperti, gli stessi di Torino, anzi con persino più spazio e tempo per scagliarli rispetto a questo match. L’unica differenza è stata nel non realizzarli prima, col rischio di passare per brocchi e non è così. Dobbiamo avere la serenità per analizzare bene ogni gara».
L’allenatore loda, poi, Toni Perkovic e la sua capacità di apprendere in poco tempo, e anche in pullman verso Torino, i giochi dell’Unieuro. «Perkovic va inserito con pochi allenamenti per poterlo fare, ma ci ha dato subito una mano importante, segnando e creando vantaggi per i compagni – ammette Martino - Ringrazio la società per essersi mossa non appena ha capito che l’assenza di Dawson si sarebbe prolungata, e tutti i suoi addetti che in pochissime ore sono riusciti a fare le pratiche affinché giocasse già a Torino. Siamo una squadra e la vittoria è di tutti».
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