Gaspardo è già entrato nel mondo Unieuro

Selfie, autografi e cappelletti. La prima serata forlivese di Raphael Gaspardo, l’acquisto di punta del mercato italiano dell’Unieuro, è trascorsa così tra sguardi curiosi e strette di mano dei tantissimi giocatori e appassionati di pallacanestro che per tutta la settimana hanno affollato il Polisportivo Cimatti di Roncadello in occasione dell’8ª edizione del torneo 3x3 “Ronca City Playground”.

Gaspardo non è stato colto di sorpresa dal bagno di entusiasmo di giovedì sera. Che Forlì fosse così glielo aveva anticipato il fratello maggiore David, che in biancorosso ha giocato nel 2009-2010 e che era in sua compagnia quando Raphael ha ricevuto la prima telefonata da parte di Antimo Martino.

«Sì, la situazione è stata molto strana e simpatica - sorride Gaspardo -. Ero in trattativa con altre società in quel momento, ma quando è arrivata la chiamata di Forlì, David era con me e appena terminata la telefonata in viva voce mi ha detto di valutare molto bene l’offerta: per lui era una grande proposta e lui stesso, qua, si era trovato benissimo. Il progetto e l’entusiasmo che Antimo Martino aveva palesato, avevano convinto anche lui».

Le parole di Martino

Davvero “magiche” a quanto pare. «Quando si deve fare una scelta, il primo colloquio con il coach è molto importante e le parole di Antimo sono state molto decise, sono andate dritte al punto e mi hanno stimolato molto facendomi credere nel progetto dei prossimi due anni. Allora ho preso velocemente la decisione di firmare».

Gaspardo conoscerà Martino da sua guida in campo. Nelle scorse due stagioni lo ha avuto come avversario. Suo malgrado visto che Udine non ha mai battuto l’Unieuro: 0-5 il record. «Purtroppo è vero, ci ha battuto anche in semifinale play-off e ho sempre avuto davanti una squadra tosta. Giocare a Forlì, in un palazzetto infuocato, era difficilissimo. Speriamo di far divertire questo pubblico anche d’ora in poi».

Toccherà anche a lui contribuire a creare un clima che supporti il percorso dell’Unieuro. «Qui ritrovo Pascolo, che viene da un paesino a 10 chilometri da casa mia e Magro con cui ho giocato a Pistoia: il nucleo di questa squadra sia nato molto bene anche se è ovvio che gli stranieri in A2 contano tanto. Quello che però ho verificato in tutta la carriera è che a fare la differenza sarà come questo gruppo si compatterà. A livello emotivo e come esempio in campo e fuori, il coach si aspetta molto anche da me».

E proprio sul gruppo non solo Raphael, ma l’intera famiglia Gaspardo ha una sorta di preveggenza sul destino di una stagione come spiega il diretto interessato. «Mio padre è quasi un oracolo, azzecca il destino di ogni mia stagione da come gliene parlo - sorride Gaspardo -. Ancora non posso dire quali siano le sue sensazioni perché gliene parlo sempre 10 giorni dopo che la stagione è iniziata».

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