Fortitudo-Unieuro: divieto di trasferta per i tifosi residenti in provincia di Forlì-Cesena
Niente da fare, anche questa volta domina la logica del divieto e i tifosi dell’Unieuro non potranno seguire la loro squadra al Pala Dozza di Bologna. Lo annuncia la Pallacanestro 2.015 Forlì: “In relazione alla partita di sabato 14 dicembre Fortitudo Bologna – Unieuro Forlì, si comunica che, per motivi di ordine pubblico, il Prefetto di Bologna ha disposto il divieto di trasferta per i residenti nella provincia di Forlì-Cesena. Si ricorda che il match verrà trasmesso in diretta su LNP Pass con palla a due alle 20:30”.
Amaro il commento dell’assessore allo Sport Kevin Bravi: “Prendiamo atto con grande rammarico della decisione del Prefetto di Bologna di disporre, per motivi di ordine pubblico, il divieto di trasferta per i residenti nella provincia di Forlì-Cesena in occasione della partita di sabato 14 dicembre Fortitudo Bologna - Unieuro Forlì. Si tratta di un provvedimento che rispettiamo, al pari dell’autorità che l’ha adottato, ma non condividiamo perché riteniamo che il tifo, quello sano e animato dal rispetto per l’avversario, rappresenti un valore aggiunto per lo sport e la comunità che rappresenta”.
Esprime disappunto anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luca Pestelli: “Vietare le trasferte ai tifosi è sempre una sconfitta per le parti coinvolte e per lo sport in generale. La passione sportiva coinvolge tante persone che nulla hanno a che fare con presunti episodi violenti: il divieto di trasferta è quindi una sconfitta per tutti, che penalizza gli appassionati. Il tifo sano va invece valorizzato. Già lo scorso anno era stata vietata la trasferta a Bologna ai supporter forlivesi e la nuova decisione della Prefettura felsinea, su segnalazione dell’Osservatorio, lascia sorpresi, anche perché nel frattempo la tifoseria non ha certo avuto comportamenti scorretti. Mi auguro si possa trovare una soluzione in extremis e che comunque, per il futuro, si possa lavorare affinché i tifosi possano seguire normalmente la loro squadra. È una questione di rispetto per tutti: per le società coinvolte, per gli appassionati e per lo sport in generale”.