“Tutti a Vigevano”: gli splendidi 40 anni della Marr Rimini in A1
Otto aprile 1984. Una di quelle storie che non possono essere mai dimenticate. Ma raccontate. Una delle pagine indelebili dello sport riminese. Otto aprile 2024. Quarant'anni dopo, la prima, storica promozione in A1 della pallacanestro cittadina, riporta inevitabilmente alla mente i ricordi dell'esodo a Vigevano, quello dei diciotto pullman e macchine al seguito, ma più in generale, la cavalcata di una squadra, del suo condottiero “Topone” Pasini, dei dieci biancorossi in campo, di un palazzo, già anzianotto a quei tempi, ma sempre pieno e caloroso. Perchè l'effetto-Flaminio, è bene ricordarlo, nasce quarant'anni fa.
Gli Under 40, diciamo anche 45, non possono saperlo, quindi bisogna raccontarlo. Perchè dentro la “Sala Vendemini” si respirava un'aria particolare, quasi magica. “Vado a vedere la Marr” era il primo pensiero domenicale, c'era già tanta gente fuori dal palazzo alle 14,30: le chiacchiere, la radio sintonizzata su “Tutto il calcio minuto per minuto” in attesa che si aprissero i portoni. Poi via, dentro, ognuno nel suo posto fisso, che era fisso anche nei non numerati.
L'attesa era uno dei momenti più belli. I primi fischi all'arrivo della squadra avversaria, tanti fischi e qualche insulto quando si materializzava la tifoseria ospite. Poi alle 17 in punto, ecco finalmente le squadre in campo per la “ruota”: la Marr rigorosamente sotto la curva, quella in tubi innocenti sempre messi a dura prova. Alle 17.30 la palla a due e da quel momento c'era spazio solo per la palla a spicchi. Nessun'altra distrazione. Un'ora e mezza di adrenalina pura, il coinvolgimento dei tifosi era totale, anche quelli che venivano considerati i “fighetti” delle poltroncine bianche partecipavano alla “torcida”.
La promozione nasce da lontano, dai pronostici di inizio stagione che gli esperti di turno, un po' improvvidamente, topparono di brutto, mettendo la Marr tre le sicure retrocesse. Non furono sempre rose e fiori, ma nel girone di ritorno ci fu la svolta: decisa, inarrestabile e accanto ai cori storici, mitici, immarcescibili, come “Forza Marr” e Marr, Marr Superstar” che facevano tremare il Flaminio, pian piano cominciava a echeggiarne un altro “In A1 si va”. Quasi timido all'inizio, poi sempre più tambureggiante. E allora arrivano il blitz di Ferrara con i 35 di Ernesto in trance, la mano tremolante ma vincente di Luca Joli dalla lunetta contro l'odiata Fortitudo che aprì le porte del paradiso.
Fino all'8 aprile, giorno del “tutti a Vigevano”. Partita bruttina, ma chissenefrega, nessuno se lo ricorda. La festa è durata tanto tempo, quei “ragazzi che fecero l'impresa”, americani compresi, si sono ritrovati nel 25° anniversario della promozione per ricevere l'omaggio del Flaminio, solo grazie alla splendida iniziativa di un gruppo di appassionati. Ma Rimini ha il brutto vizio di dimenticarsi in fretta e diciamo che ormai l’apparire nella quotidianità ha più peso della memoria sportiva, anche nel caso di un evento straordinario lasciato cadere nella più classica indifferenza. Il prossimo anno, tra l'altro, sarà il 50° anniversario del primo scudetto del Baseball Rimini. Come finirà? Con qualche post su Facebook di noi nostalgici.