RivieraBanca, primato benaugurante. All’Unieuro serve una scossa mentale

Basket

C’è chi è tornato a navigare a favore di vento e chi lo ha visto cambiare repentinamente direzione dopo che ne era stata sospinta sino a portarsi a ridosso degli equipaggi di testa. Il campionato di A2 2024-2025 è un po’ come una regata in mare aperto, nella quale il moto ondoso, provenienza, forza e variabilità dei venti continueranno a mutare situazioni e prospettive, sino a quando una giungerà prima al traguardo della massima serie e inizialmente solo altre sei conquisteranno direttamente i play-off.

Numero uno

Per ora, a girare la boa per prima è RivieraBanca, che dopo tre sconfitte consecutive supera la bonaccia e ritrova la vetta solitaria, staccando Udine caduta in casa della Fortitudo. Il titolo di campione d’inverno vale il giusto, ma nel secondo campionato nazionale non veniva conquistato da Rimini dall’ormai lontano 1996-1997, quando la Koncret allenata da Piero Bucchi prese la testa alla sesta giornata per non abbandonarla più. Quella di allora era un’A2 ad appena 12 squadre e i biancorossi chiusero la regular season con un record di 23-9 e a +4 su Gorizia. Ai play-off, poi, 3-0 su Caserta e 3-0 ai danni di Montecatini e il Flaminio potè festeggiare quella che a tutt’oggi resta l’ultima promozione in serie A.

Ora la prima classificata ci arriva direttamente e se è vero che la concorrenza resta agguerritissima, a questo obiettivo Rbr è più che legittimata a pensare e, di conseguenza, a provarci. Anche perché sembra possibile che già domenica a Cento possa rientrare Justin Johnson, tornato ad allenarsi in settimana, e allora gli equilibri torneranno quelli rodatissimi di sempre. Quelli che hanno portato Rimini ad avere più di un primato al termine del girone d’andata. A partire dal titolo di migliore attacco dell’A2 a 83.4 punti di media. Tantissimi, specialmente se li paragoniamo ai 76.8 che i romagnoli ebbero alla fine della regular season 2023-2024. A suggellare questo dato ce n’è uno che ha davvero dell’incredibile: a metà torneo Rinascita Basket vanta addirittura 6 giocatori in doppia cifra di media. Si va dai 16.3 di un sontuoso Pierpaolo Marini ai 10.6 di Giovanni Tomassini, ma a memoria non ricordiamo precedenti di formazioni con così tanti elementi oltre i 10 punti realizzati a sera. Altro record è quello del tiro dall’arco: Rbr è appena 12ª per tentativi, esattamente con gli stessi di Forlì, ma col suo 42.9% di realizzazione, stacca di gran lunga Udine, seconda con il 38%. Negli ultimi dieci campionati di A2, nessun’altra ha tirato così bene da fuori. Le migliori furono Rieti, col 41% l’anno scorso, e Latina col suo 40 per cento nel 2019.

Non si vive, però, di solo attacco e la squadra di Sandro Dell’Agnello lo ha dimostrato proprio a Cremona domenica, dando corpo alla quarta migliore prestazione difensiva stagionale. Quando i biancorossi hanno subìto meno di 75 punti, non hanno mai perso. È successo 8 volte durante questo campionato e in ben 14 occasioni, Marini e compagni ne hanno concessi meno di 80 alle proprie avversarie. Risultato? Una sola sconfitta, con Verona. Fin troppo facile capire come sia questa la chiave per blindare il primato.

Scivolone

E l’Unieuro? Dalla prospettiva quarto posto (o comunque di un positivo quinto considerando la vittoria ottenuta da Cividale su Pesaro), in soli 40 minuti è scivolata all’8° al termine dell’andata. Di per sé fa poca differenza, visto che in questo torneo sono sufficienti due vittorie o due ko di fila, per fare sì che le quotazioni si impennino o crollino. Quello che più lascia perplessi è il modo in cui i biancorossi hanno fallito un vero esame di maturità. Quello più atteso per certificare la consistenza effettiva dei risultati e delle prestazioni delle settimane precedenti.

Le incertezze offensive degli ultimi dieci minuti, nei quali solo Perkovic e Gaspardo, hanno prodotto offensivamente, sembrano un improvviso passo indietro, o comunque un inatteso e inspiegabile intoppo in una fase in cui titubanze e timori delle prime giornate sembravano in procinto di essere superate. Dov’è finita la Forlì che nei finali sapeva sempre portare le gare sul proprio terreno perferito e che dimostrava nervi saldi e capacità di sfruttare le proprie certezze? È quanto più pare ancora mancare alla squadra di questa stagione.

Adesso, in vista del trittico Cividale-Verona-Rimini, che può rilanciare o infliggere un colpo durissimo alle ambizioni della “Pieffe”, il lavoro principale di Antimo Martino sarà soprattutto mentale. Se poi dovesse rientrare in campo Shawn Dawson, allora ci sarà da trovare anche nuovi equilibri tecnici e tattici, ma prima di tutto a questa Unieuro va inferta una scossa psicologica.

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