RivieraBanca, naturale appannamento, Unieuro senza ansia da prestazione
Campionato-caos ma c’era da aspettarselo sin da questa estate, leggendo i roster delle venti partecipanti all’A2 2024-2025. Ma livellamento ed equilibrio stanno andando ben oltre le previsioni della vigilia, perché dopo ben 24 giornate i risultati e la classifica che ne deriva sono totalmente indecifrabili. E, di conseguenza, le previsioni su ciò che potrà succedere nelle prossime 14 giornate, impossibili.
Una corsa a undici
Sono quelle formazioni, racchiuse in uno scarto di 10 punti (pochissimi a ben pensarci) e un’altra che riguarda le restanti nove, ma non si tratta di due campionati in uno, perché ciò che rende unica, affascinante, difficilissima questa A2, è l’assoluta osmosi tra le due colonne della classifica. Le ultime, almeno per una sera o per più sere randomizzate senza poter prevedere quali, possono essere le prime, ossia batterle, e tra le prime le gerarchie mutano più rapidamente della velocità del vento.
Ne sanno qualcosa Rimini e Cantù, che al momento dello scontro diretto vinto dai brianzoli al Flaminio il 15 dicembre, sembravano destinate a giocarsi tra loro la promozione diretta. Niente di più falso, col senno del poi, visto che Rbr sta oggettivamente vivendo una fase di appannamento (e il rendimento di Marini ne è l’emblema) culminata nell’unico netto crollo dell’annata giunto mercoledì a Brindisi, mentre Cantù è in crisi assoluta, con la terza sconfitta consecutiva a Bologna che fa vacillare la panchina di Nicola Brienza. Negli ultimi due mesi, su 12 partite disputate, i brianzoli hanno ottenuto appena sei vittorie, così come Cividale. Una in meno di quelle conquistate da Forlì.
In due risalgono
A questo punto ci sono due squadre che viaggiano come un treno. La Fortitudo (20 punti sui 24 disponibili da dicembre) e Avellino, che sconfiggendo l’altrettanto (apparentemente) lanciata Pesaro, è a 9 successi nelle ultime 12 gare. Morale: con 14 turni ancora davanti, tutto, ma proprio tutto, è ancora in gioco. Scommettere su chi arriverà prima a fine aprile è sempre più un azzardo e la “Effe” felsinea si candida a essere l’autentica mina vagante del volatone finale. Udine e Rimini devono fare molta attenzione a non prestare il fianco a rimonte, ma paradossalmente il mangiarsi punti a vicenda tra le cosiddette “migliori”, può avvantaggiarle.
Rimini subito in campo
A patto, nel caso di Rbr che si archivi immediatamente il ko di Brindisi senza connotarlo di chissà quali significati reconditi: tutte, almeno una volta, sono cadute male, e per Rimini è la prima sconfitta pesante. Domani a Milano c’è l’occasione per regire e piazzare un colpo di peso, ma anche in caso di esito negativo la capolista non dovrà perdere lucidità nella corsa finale. Ma ritrovare brillantezza fisica perché quella sembra mancare attualmente e capire che se l’attacco non produce più come in autunno, è dietro che si deve girare la serratura. I campionati si vincono sempre in difesa.
E lo sa bene Forlì
L’Unieuro ritrova il sorriso contro Torino toccando sì quota 80 punti col record stagionale di giocatori in doppia cifra nei 30 minuti (ben sei), ma in primis gioisce perché rende ogni attacco dei piemontesi un’avventura. Non a lieto fine, s’intende. Qui ci fermiamo, perché la storia di questa stagione dice che ogni segnale positivo dei biancorossi, necessita di conferme nelle gare seguenti che, sovente, non arrivano. Adesso, però, c’è la trasferta con Cantù che incombe e, per Cinciarini e compagni è la più ghiotta occasione che potesse capitare.
Perché l’Acqua San Bernardo è in seria difficoltà. Ma non solo. Da un match così, l’Unieuro ha tutto da guadagnare e nulla da perdere. Pertanto va giocato con quell’animo leggero e sereno che Antimo Martino quasi implora ai suoi ragazzi di avere. Se la sua squadra gioca senza ansia da prestazione, senza preoccuparsi per un paio di tiri sbagliati o canestri subiti, può avere quella levità che potrebbe portarla a fare il colpaccio. E forse, davvero, a rialzare le proprie quotazioni nella caccia, diventata complicata, a uno dei primi sette posti che valgono i play-off.
La leggerezza, diciamocelo, di un Demonte Harper, da applausi con Torino per l’approccio al match che ha avuto. Giocherà ancora a partire da domenica? Rientrerà Dawson la cui infiammazione è stata derubricata a nulla di serio da Martino stesso? Non c’è risposta, ma in attesa di una ineluttabile scelta chiara e definitiva (che potrebbe coinvolgere persino Perkovic, mica escluso), Forlì ha un futuro solo se si accetta per quella che è e inizia a pensare di voler stupire, non di dover dimostrare. I successi degli anni scorsi, sono nati proprio da questo mood.
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