RivieraBanca vince sempre di squadra ma ha l’uomo giusto per ogni evenienza
Il focus è ovviamente su Nardò, ma l’obiettivo delle Final Four di Coppa Italia è fissato nella mente di tutti i protagonisti biancorossi, che vogliono centrare la partecipazione e puntare a vincere un trofeo che sarebbe storico per Rimini.
Ci sono sei partite, con sei punti di vantaggio da gestire sull’attuale quinta, Milano, peraltro battuta nello scontro diretto. Insomma, se non ci siamo già, poco ci manca, anche se il calendario di RivieraBanca propone diverse sfide ad alta quota, come quelle con Cantù (15 dicembre al Flaminio), a Verona (22 dicembre) e Rieti (29 dicembre al Flaminio).
Questa squadra al momento è la migliore di tutto il campionato e non solo per i risultati. C’è una profondità del roster che consente a Dell’Agnello di girare i giocatori non perdendo mai intensità difensiva e pericolosità offensiva, così come continua la tendenza che vuole un protagonista diverso in ogni match, con evidenti problemi, per gli avversari, di effettuare quelle scelte che nel basket sono inevitabili.
Quando si decide di pressare forte sugli esterni biancorossi per inibirne le conclusioni pesanti, ecco che si aprono spazi sotto per Johnson (12.5 punti col 46% da tre e 6.5 rimbalzi) e soprattutto Camara (10.3 punti e 5 rimbalzi a partita) che uno contro uno sono tra i migliori lunghi dell’A2. Se invece si va a raddoppiare forte in post-basso, ecco che i piccoli di Dell’Agnello possono decidere se attaccare il ferro o produrre triple in quantità: Rimini è prima da tre (43%, segue Udine col 41%), con Tomassini al 48% (11.3 punti di media), Grande al 42% (10.3), Robinson al 44% (10.3), Simioni al 43% e Masciadri al 55%.
Ciò significa che al momento Rbr manda sei uomini fissi in doppia cifra ogni domenica, con leader tecnici (Robinson, Johnson) ed emotivi (su tutti Marini) definiti, ma non per questo deputati a risolvere le partite. Se, ad esempio, le prestazioni di Grande sono calate rispetto al tambureggiante avvio, ecco salire le quotazioni del play Usa, che domenica scorsa contro Brindisi ha ‘spiegato’ basket in quantità industriale, certificando la scelta che la società ha attuato dopo il ‘bidone’ di Robert Johnson, imprevisto che alla fine della fiera si è rivelato una sorta di fortuna per la Rinascita.
Non ci sono ‘mangiapalloni’ e tutti si sacrificano in difesa, c’è l’uomo che si occupa del pericolo principale avversario (Anumba) e quello da cui andare quando si deve cristalizzare il risultato dalla linea della carità (Tomassini). Ultima statistica indicativa a livello di solidità: Rbr è prima per percentuale concessa da tre (appena il 29%): la pressione è sempre molto alta sul perimetro, una delle volontà imprescindibili di Dell’Agnello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA