RivieraBanca scende dal trono ma ha un’alleata inedita: l’Unieuro

Quattro mesi e 24 giornate vissute ininterrottamente al comando della classifica del campionato di A2, poi 58 punti subìti nel secondo tempo di sabato al Pala Lido, gli infortuni occorsi a Gora Camara e Gerald Robinson da aggiungere alle indisponibilità di Alessandro Simioni e Giovanni Tomassini ed ecco che la sconfitta all’ultima curva del match in casa dell’ Urania Milano, costa a RivieraBanca il sorpasso in vetta operato da Udine.

È il primo vero momento difficile della stagione biancorossa e nelle poche righe iniziali abbiamo già inserito almeno due degli elementi che lo certificano e che ne sono, probabilmente alla base.

Su tutti, i problemi fisici che dallo stop di Justin Johnson del 15 dicembre, si stanno susseguendo in casa riminese. Per una squadra più lunga del passato ma non lunghissima e che ha bisogno di essere al top della condizione per riuscire a sfoggiare al meglio le sue indubbie qualità, queste assenze a susseguirsi l’una con l’altra, pesano eccome. Anche perché (e questo è un dato non da poco), si sono verificate nel momento in cui sono ripresi i turni infrasettimanali, si è dunque giocato di più con meno tempo per recuperare e allenarsi, e il valore delle avversarie è cresciuto: Verona, Rieti, Forlì, Brindisi, Milano e domenica di nuovo Verona, tanto per essere chiari.

Insomma, l’impatto degli infortuni varia a seconda di quanti, quali e del momento in cui arrivano e per sopperirvi, Rbr avrebbe bisogno di quello che, di fatto, non è il suo punto forte: la difesa. Nelle ultime 10 gare, di cui 4 vinte e 6 perse, i biancorossi subiscono 80 punti di media contro i 75.6 delle prime 15 e tre volte ne hanno subìti più di 90. Senza più la brillantezza e la varietà di opzioni degli inizi (con Marini in down visibile), vincere le partite a così alto punteggio non è più possibile ed è lì dietro che, ora, Rimini dovrà fare assolutamente quadrato.

A partire da domenica con Verona e da quel Flaminio che, giocoforza, dovrà tornare inespugnabile. Basti guardare il calendario: 7 match in casa con soli due scontri al vertice (Tezenis e Pesaro) e 6 trasferte tutte, ma proprio tutte, contro le migliori: Cividale, Rieti, Cantù, Avellino, Udine Bologna. Al Flaminio non si dovrà mai più passare, poi si vedrà.

Forlì: inizia la rincorsa?

Domenica, però, un soccorso potrebbe arrivare dagli eterni rivali forlivesi che, facendo il proprio bene, potrebbero aiutare al contempo Rimini fermando la neo capolista Udine. Raphael Gaspardo e compagni ci arrivano nelle migliori condizioni mentali possibili dopo avere capito cosa possono valere nella brillante prestazione contro Cantù. Un successo ottenuto mandando quattro uomini in doppia cifra dopo i sei che l’avevano toccata con Torino e segnando per la seconda volta di fila 80 o più punti. E attenzione, perché quando l’Unieuro ha raggiunto o superato questa soglia offensiva, ha sempre vinto: 9 su 9 in stagione. Già, perché era e resta questo il nodo. Se la squadra di Antimo Martino riesce ad essere continua e pericolosa in avanti, suddividendo le responsabilità e muovendo uomini e palla, allora vale obiettivamente le prime. Se gioca al rallentatore, pensa troppo ai propri errori, inizia a spegnersi e accendersi come un neon impazzito, allora si fulmina e può perdere contro chiunque. Lo 0/2 con Livorno lo dice chiaramente. Tutta questione di consapevolezza? No, ma in buona parte lo è. Il resto dipenderà anche da che continuità tecnica ci sarà a livello di stranieri in campo. Se recuperato, contro Udine potrà giocare di nuovo Shawn Dawson, più adatto, anche, a un’avversaria grossa come quella di coach Vertemati. E poi? Salvo terremoti andare con lui fino alla fine. Dicendo grazie ad Harper per la stoppata di domenica su McGee, ma senza rimpianti.

Già, perché adesso davanti c’è solo il futuro e, quanto meno, un settimo posto che dista appena due punti, da afferrare saldamente in mano. Per questo la sfida con Udine riveste grande importanza e per questo Forlì, così come Rimini, dovrà far leva sul fattore campo. Per un motivo opposto, però. Non perché al Pala Galassi arriveranno sfidanti di seconda fascia con cui non si potrà scivolare, ma perché quattro scontri diretti si giocheranno a Forlì: dopo l’Apu ci saranno Avellino, Urania, Fortitudo e aggiungiamo anche una rientrante Brindisi. Portare a casa i vantaggi nei duelli con irpini e milanesi e ribaltare il -5 con la “Effe” potrebbe fare la differenza tra play-off e play-in.

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