RivieraBanca a Piacenza per cavalcare l’onda
Non c’è tempo per cullarsi su un esordio da urlo: è già tempo di tornare in campo, visto che a Piacenza, tana dell’Ucc Assigeco di coach Salieri, c’è il primo turno infrasettimanale dell’anno che per la Rinascita può rappresentare un’altra conferma (ore 20.30, arbitri Rudellat, Capello e Gai). I due punti presi di slancio contro Udine tolgono la maschera a RivieraBanca, che si presenta da favorita al PalaBanca, visto che Piacenza punta alla salvezza e non ha di sicuro un roster di qualità come quello riminese, anche se «guai a sottovalutarli, sono da anni in A2 e hanno sempre fatto bene» ammonisce coach Dell’Agnello, che conosce molto bene le potenziali difficoltà della trasferta contro Desonta Bradford e compagni. «E’ una squadra fisica, non ha giocatori molto esperti ma un buon nucleo di italiani e due stranieri forti, il pivot (Grimes, ndr) ha addirittura preso 11 rimbalzi offensivi a Rieti, mentre a differenza di Udine hanno un “4” perimetrale, Serpilli, che alla prima partita ha tirato 12 volte da tre».
Accorgimenti già precisi, quindi, nella testa di una Rinascita apparsa in forma fisica e mentale da inverno, con un’intensità difensiva subito determinante all’esordio. «Onestamente non mi aspettavo una prestazione del genere – è sincero, Sandrokan – ma non tanto a livello di pressione difensiva, quanto per applicazione e concentrazione. Invece abbiamo commesso pochissimi errori e questo ha fatto la differenza”.
Solidi dietro, con aiuti perfetti e una presenza fisica notevole, e altruisti in attacco, con una serie di extra-pass che tutti gli allenatori vogliono vedere e un Robinson che, anche se circa al 50-60% della condizione, ha subito “spiegato” pallacanestro di altra categoria. «Se ha sempre giocato in A1 un motivo c’è – se lo gode Dell’Agnello - sappiamo quello che può darci e migliorerà col tempo perché metterà più benzina nelle gambe. In ogni caso questa è una partita trappola perché abbiamo avuto solo un giorno per prepararla, come tutti del resto, ma il nostro obiettivo è continuare a fare le cose viste con Udine, cercando di limitare le imperfezioni di posizione e le palle perse».
La sensazione è che sia stata costruita una squadra molto forte: nelle posizioni 1-3-5, con Robinson che “pensa” in maniera differente, Marini che unisce qualità e quantità e la coppia Simioni-Camara a consentire tante alternative diverse, Rimini fa paura e il successo su Udine dimostra che a livello atletico i biancorossi sono già pronti. Le sconfitte delle presunte corazzate Brindisi, Cantù e Fortitudo (oltre a Udine), unite al calendario che vede la Rinascita in casa cinque volte nelle prime sette giornate, consigliano una sola cosa: cavalcare l’onda per presentarsi al big match con la Fortitudo col vento ancor più in poppa.