Rimini-Fortitudo col dubbio Robinson
Il dubbio Robinson e la voglia matta di vincere un derby: il Flaminio si veste a festa per la super sfida con la Fortitudo, che arriva a Rimini con zero punti e già tanta pressione, mentre la Rinascita guarda tutti dall’alto verso il basso dopo il 2/2 nei primi tre giorni di campionato .
Prima di tutto la questione Robinson: a Piacenza si è dovuto chiamare fuori negli ultimi 10 minuti per un problema all’inguine, è stata scongiurata ogni tipo di lesione muscolare ma la sua presenza oggi non è certa. «Non lo sappiamo, decideremo all’ultimo: in un movimento di gioco gli si è formato un piccolo ematoma inguinale che gli da fastidio e deve riassorbirsi - dice coach Sandro Dell’Agnello -. Vediamo come sta poco prima del match».
Tradotto: andrà nei dieci, poi si valuterà. Intanto Rimini si gode il primato dopo una trasferta piacentina non scintillante come l’esordio con Udine ma ugualmente felice. «A Piacenza non siamo stati perfetti, ancora non siamo pronti, un po’ come tutti, ad avere una certa continuità - prosegue il trainer biancorosso -. Il primo tempo non è stato all’altezza ma abbiamo rimediato nel secondo, siamo felici di aver fatto 2/2 anche perché le presunte grandi non ce l’hanno fatta, vedi Pesaro che perde con Vigevano in casa e Brindisi che alla prima cede ad Avellino».
Il tabù derby
Ci si proietta sulla sfida alla Fortitudo consapevoli che, dopo due anni di derby persi (con Forlì e Effe), è il momento giusto per prendersi una gioia. La squadra sta bene e affronta un avversario caduto a Milano e piuttosto male nonostante recuperi un giocatore top come Fabio Mian assente alla prima. «Noi vorremmo regalare una bella soddisfazione a tutti i nostri tifosi e vincere un derby come Rbr, ovviamente la Fortitudo non sarà d’accordo e non ho capito perché è stata rimandata la loro partita infrasettimanale (per la concomitanza di Liverpool-Bologna, pazzesco ndc), ma faremo il possibile per vincere, contro una squadra che sarà nelle prime alla fine della stagione».
Due americani nei paraggi del ferro (Freeman e il super talento Gabriel), esterni molto fisici e un seguito da paura: la Flat Service, che ha vinto la Supercoppa, è un team attrezzato. Ma che tipo di squadra è? «Ha caratteristiche diverse da Udine e una marcata stazza negli esterni, quindi dovremo essere dinamici e non statici sul perimetro - è la ricetta di Sandrokan -. Li ho visti in Supercoppa e mi hanno fatto una grande impressione, c’erano però Mian e Aradori (oggi assente, ndc). Cercano di spingere sempre il contropiede, hanno i due lunghi che corrono più delle guardie, dovremo stare molto attenti a questa particolarità. Da parte nostra dovremo metterci del dinamismo, abbiamo guardie molto rapide e dobbiamo sfruttarlo: Grande è un super tiratore e va messo in condizione di prendersi tiri aperti. Anche Camara sta facendo bene, ascolta e cerca di capire, si dà da fare in allenamento: sono soddisfatto».
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