Nella Rimini del basket si respira un’aria magica
Si respira un’aria magica nel mondo della pallacanestro cittadina e non potrebbe essere altrimenti grazie al primo posto, seppur in coabitazione con Cantù e Rieti, dopo sette giornate. Una sola sconfitta, dolorosa, all’ultimo secondo contro Cividale, al quale i ragazzi di Sandro Dell’Agnello hanno risposto prendendosi gli interessi, e che interessi, nel derbIssimo contro Forlì.
Un match non banale in riva all’Adriatico, che non si vinceva da tempo immemore (era Crabs) e che nelle ultime due stagioni, dopo il ritorno di Rimini nel basket che conta, aveva solo dato delusioni tra coppa e campionato.
Invece domenica un secondo tempo galattico di Tomassini e compagni ha ribaltato l’inerzia di un match che non si era messo bene a metà percorso. Una soddisfazione liberatoria per un Flaminio ancora una volta fattore, uno spettacolo incredibile che ha gasato non poco i protagonisti in campo, a partire da capitan Francesco Bedetti, riminese, simbolo di questa Rinascita partita in C Gold sei anni fa e arrivata a battere Bologna sponda Fortitudo e Forlì in poche settimane.
«Siamo molto carichi, è un bellissimo momento per noi e per tutto l’ambiente - le parole di capitan Bedetti -. Peccato per lo scivolone sulla sirena contro Cividale che ci avrebbe permesso di rimanere imbattuti, ma la lezione ci è servita per rimanere sul pezzo e continuare a lavorare duramente».
Negli occhi c’è ancora lo spettacolo di un Flaminio rosso di passione, il vero valore aggiunto di questa squadra. «Ci siamo rifatti alla grande, la rivalità con Forlì ha radici profonde, sapevamo quanto ci tenessero i tifosi, noi volevamo subito riscattarci perché la sconfitta di una settimana prima bruciava. In campo sono stati protagonisti i giocatori, ma a nostra volta siamo stati spettatori di uno show incredibile sulle tribune. Questa vittoria ci deve dare ancora maggior consapevolezza e fiducia, Rimini si meritava una soddisfazione così».
Per la guarda di RivieraBanca, dall’inizio nel progetto Rbr eccezion fatta per la parentesi ravennate, la chiave di questo avvio di stagione va ricercata almeno sotto due aspetti, quello umano e quello della qualità del lavoro. «Quest’estate la società e Bolognesi hanno fatto un lavoro incredibile al momento di potenziare il roster. Si è puntato tanto su qualità dei giocatori ma anche su qualità umane. Chiunque è arrivato si è messo a disposizione in maniera eccezionale, abbiamo fatto quadrato nonostante una preparazione zoppa con tante defezioni, senza mai scoraggiarsi. Qui è uscita la qualità del lavoro del coach e del suo staff, anche quando eravamo contati con i ragazzini abbiamo sempre lavorato a un gran livello».
In attesa di recuperare il miglior Robinson. «Arriverà come condizione è fisiologico che ci metta un po’ di più, è un ragazzo introverso ma che sa sempre dispensare consigli utili a tutti». Ora il calendario ora presenta l’anticipo a Torino, prima di un nuovo turno infrasettimanale ancora al Flaminio. «Livello altissimo del campionato, è la realtà, nessuna partita è scontata, neanche guardando la classifica. Vincere in trasferta in un campionato così vale doppio, dobbiamo rimanere presenti e lucidi di testa».
Per il capitano biancorosso la parola d’ordine è disponibilità massima, nonostante i pochi minuti di impiego sul parquet in questo inizio di stagione. «Cerco sempre di dare il mio contributo massimo, e di farmi trovare pronto quando chiamato in causa, chi mi conosce sa che mi butterei nel fuoco per questi colori. Mi fido dello staff, abbiamo giocatori fortissimi, da questo punto di vista zero problemi perché tutti ci sentiamo utili e parte di questo fantastico progetto».
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