La parola d’ordine è imprevedibilità ma Rbr e Forlì ci sono


“Voglio trovare un senso a questo campionato, anche se il campionato un senso non ce l’ha”. Parafrasando Vasco Rossi, più la serie A2 si avvicina all’epilogo della regular season, più anziché svelarsi, le carte si mischiano ulteriormente sino a dare vita a una situazione che, a poco più di un mese dalla sirena finale della prima fase, si sta sempre più aggrovigliando come una matassa di cui si cerca, inutilmente, il capo del filo.
Se fino a domenica solo Udine sembrava avere trovato continuità al punto da mettere virtualmente le mani sul biglietto di sola andata per la serie A, la sconfitta maturata a Orzinuovi (risorta con tre successi in fila dopo un filotto di dieci sconfitte) fa suonare un piccolo campanello d’allarme anche per lei. Nulla può essere dato per scontato. Col senno del poi, può rammaricarsi RivieraBanca di non averne approfittato, perdendo a Desio con l’Acqua San Bernardo Cantù la propria terza gara consecutiva, ma i segnali di ripresa dati dai biancorossi, vittime sostanzialmente del parziale di 0-11 subito nei primi 3 minuti della ripresa, confortano in previsione della volata finale per la conquista, almeno, della prima testa di serie play-off.
Da questo punto di vista, la Coppa Italia cui Rimini prenderà parte da venerdì è un peso in più prima del trittico ravvicinatissimo, di impegni con Pesaro, Rieti e Avellino (di cui le ultime due in trasferta)? Riteniamo di no, anzi è un’opportunità per rimettere benzina nelle gambe di Gerald Robinson, per oliare nuovamente meccanismi che assenze e allenamenti a ranghi incompleti hanno minacciato, per fare ritrovare smalto a Marini. Insomma, dalla Coppa, Rbr ha solo da guadagnarci. In condizione fisica e, potenzialmente, in fiducia.
Quella che sta accumulando anche l’Unieuro con le sue sei vittorie negli ultimi sette impegni che la portano ad affrontare la trasferta di sabato a Pesaro con animo e classifica, più leggeri. Chi ha da perderci è proprio la Vuelle, priva dell’infortunato Bucarelli e con tre ko consecutivi alle spalle che ne hanno improvvisamente frenato l’ascesa. Pesaro ora è a -2 da Forlì, con una gara giocata in più e con un -21 dell’andata, difficile da recuperare. I romagnoli hanno, quindi, un cuscinetto su di lei e battendola, l’allontanerebbero forse definitivamente.
Già, però chi ci capisce qualcosa quest’anno è da Nobel. Dalla coppia Rimini-Cantù a Torino, ci sono 12 squadre racchiuse in classifica in appena 8 punti. Certo, c’è chi ha giocato una gara in più come i piemontesi (32) e chi una in meno come Rbr, Unieuro, Milano e Avellino (30), ma fare previsioni su chi conquisterà i play-off diretti e chi dovrà cercarli attraverso i play-in, è impossibile. Anche perché questi ultimi rappresenteranno un rischio clamoroso, Basta stilare una classifica del solo girone di ritorno per capire come molte situazioni si siano ribaltate rispetto alla prima metà della stagione.
In testa con 18 punti ci sarebbero Udine e, badate bene, Torino che ne ha vinte cinque di fila, dietro di loro a quota 16 ecco Brindisi (nonostante i suoi mille infortuni), Pesaro con però tre ko in fila, e Fortitudo che ha comunque perso quattro degli ultimi sei match. Tutte loro hanno una gara disputata in più rispetto a Milano (cinque successi in sei incontri), e Forlì che inseguono a 14 assieme a Rieti (con però 31 gare contro le loro 30). Più indietro ci sono due semifinaliste di Coppa Italia come Cantù e Cividale, appaiate a quota 12 con la sorprendente Cento, mentre a 10 spunta Rimini in coppia con una Verona clamorosamente altalenante, ma ancora virtualmente 10ª a -4 dal quarto posto. Livorno, Cremona e Vigevano sono, poi, a 8 punti, Nardò e Orzinuovi a 6, ma tutti di fila adesso per gli orceani, con Piacenza che chiude con soli 4 punti nel ritorno. I bookmakers non accettano idealmente più scommesse su nessuna partita ormai, neppure sui tanti recuperi dei prossimi giorni, comunque fondamentali.