Il 2025 di Rimini e Forlì parte con due partite da vincere a tutti i costi
Cosa riserverà il 2025 alla pallacanestro romagnola e alle sue due “ammiraglie” Rinascita Basket Rimini e Pallacanestro 2.015 Forlì? Verrebbe da augurarsi quello che ha dato loro il 2024 in termini assoluti di vittorie, ma con una bella dose di sfortuna in meno e più salute. Perché al pari del grande salto, che è ovviamente l’obiettivo primario sfumato lo scorso anno, ciò che è mancata è stata proprio quest’ultima: dagli infortuni all’imbocco degli scorsi play-off di Kadeem Allen, Stefano Masciadri e Giovanni Tomassini, a quelli che nel girone d’andata della stagione corrente hanno messo fuori uso Shawn Dawson per Forlì (con impatto evidente nelle sette gare giocate dai biancorossi con un solo straniero) e nelle ultime settimane Justin Johnson per Rimini. E quanto sia determinante il peso dell’ala-pivot di Bowling Green, è evidente a tutti, nel gioco e nei risultati: due sconfitte consecutive senza di lui a fine dicembre, che diventano tre considerando le condizioni precarie con cui già aveva affrontato il big match con l’Acqua San Bernardo Cantù.
Insomma, evitare gli “infortuni a orologeria” è la prima, grande speranza per l’anno appena iniziato. Se, però, ci mettiamo con la calcolatrice in mano e contiamo quante vittorie Unieuro e RivieraBanca abbiano centrato in 12 mesi, allora ci sarebbe davvero da sperare in un bis. Facciamolo, dunque: nell’anno solare Rimini ha vinto 27 partite a fronte di 9 sconfitte, per un ottimo 75% di successi, mentre Forlì ha fatto proprie 28 gare perdendone 15. È il 65% di vittorie e se è vero che sul dato pesano gli scorsi play-off e l’inizio balbettante di questo campionato tra Supercoppa e 4 ko nelle prime 8 gare, è altrettanto vero che nel bilancio va messa la vittoria della Coppa Italia. Primo trofeo di A2, mai conquistato dalla pallacanestro forlivese nella sua lunga storia.
Ora, però, si è aperto un nuovo libro e le prime pagine che verranno scritte domenica, sono subito importanti. È l’ultima giornata del girone d’andata, tutti i match sono in contemporanea alle 18 e se Rbr ha già staccato il biglietto per le Final Four di Coppa a metà marzo, la “Pieffe” può ancora farlo suo, ma solo se batterà Rieti tra le mura amiche, Cividale perderà con Pesaro e sia Verona sia Milano faranno bottino in casa.
Per RivieraBanca, però, la gara che l’attende al Pala Radi di Cremona è importantissima per tante ragioni. Prima di tutto per la classifica, perché un successo le garantirebbe il titolo di campione d’inverno, mentre un quarto ko consecutivo la farebbe scivolare al secondo posto se Udine dvesse fare il blitz al Pala Dozza contro la Fortitudo, se non addirittura al terzo se alla vittoria dei friulani si abbinasse quella di Cantù ai danni di Nardò. Un arrivo a tre a quota 28, invece, darebbe ancora a Marini e compagni il primato.
Vero è che, al di là dei conti, espugnare Cremona serve per riprendere fiducia in attesa di capire se tornerà o meno Johnson. Senza di lui, non solo gli altri lunghi riminesi hanno prodotto meno del solito, ma i pari ruolo avversari hanno segnato di più (vedi Cicchetti e Piunti) e, soprattutto, Rbr ha subìto ben 27 rimbalzi offensivi. Insomma, non basta tirare con il 44% da tre come negli ultimi due match: la coperta sotto è corta, specialmente a livello di fisicità e atletismo e per questo ancor più importante di un recupero rapido, è un recupero pieno dell’ala-pivot statunitense.
E sul tema “recupero pieno”, si inserisce anche Forlì. Già, perché quella con Rieti sarà l’ultima gara di Toni Perkovic in maglia biancorossa? L’opzione di uscita dal contratto, esercitabile da parte della società, scade il 6 gennaio e se la Pallacanestro 2.015 la eserciterà, allora dall’inizio del girone di ritorno il secondo straniero sarà di nuovo Shawn Dawson. Le domande sono tante, ma su tutte ne campeggia una: Dawson sarebbe già in grado di giocare al livello delle sfide che attendono l’Unieuro? Sì, perché in un solo mese Forlì ne avrà avanti ben novr e tra queste, ci sono i duelli d’altissima classifica con Cividale, Verona, Rimini, Cantù e Udine. La società e coach Martino possono permettersi di affrontarli con uno straniero che dal 2 ottobre è tornato ad allenarsi con i compagni solo da dopo Natale? Ritrovare condizione fisica, ritmo partita e creare una confidenza coi compagni quasi a partire da zero, non richiedono proprio almeno un mese? Il mese con 5 scontri diretti si presta a reinserire un atleta fermo da così lungo tempo e che ha un ruolo diverso da quello di Perkovic?
Su questa scelta e sul bilancio di risultati al 16 febbraio potrebbe decidersi tutta la stagione.