Che bella Rbr, dodici mesi dopo cambia tutto: a livello di singoli e di squadra
Tre su tre col vento in poppa, ampi margini di miglioramento e la sensazione che il puzzle si incastri perfettamente. Il tutto al netto degli infortuni di Tomassini (dovrebbe essere a posto per la prossima) e Robinson (più difficile) che rallentano la crescita ma spiegano al meglio quanto forte sia Rinascita che ha cominciato benissimo, in contro-tendenza con la passata stagione (tre ko in avvio).
Si guarda quindi con fiducia verso la sfida di domenica alla sorprendente Urania Milano (anch’essa in testa alla classifica con tre successi) con la possibilità di prendere ancor più fiducia e veleggiare nelle zona altissime di questa A2. Unica che per ora non ha confermato in toto i pronostici della vigilia, vedi gli sbadigli delle presunte favorite, una su tutte la Fortitudo che però si è rialzata battendo Orzinuovi (prossima avversaria in trasferta di Rbr) nel recupero di mercoledì.
Guardare in casa propria
Le altre però devono interessare il giusto perché c’è da analizzare l’operato di una squadra ben allestita e ben allenata consapevole dei propri punti di forza e di come mettere granelli di sabbia negli ingranaggi avversari. Parlavamo dell’anno scorso: inizialmente Alessandro Grande aveva faticato non poco, ora è uno dei leader tecnici del team, con le sue triple ignoranti che hanno determinato il risultato a Piacenza e con la Fortitudo e una regia, forzata dalle assenze di Tomassini e Robinson, comunque lucida. Johnson era un’opzione obbligata, con le difese che collassavano su di lui: ora è una delle opzioni e se inizia a metterla anche da tre (5/6 contro Bologna) diventa un’arma illegale, che si aggiunge alla verticalità di Camara, elemento che offre possibilità sconosciute dai tempi di Ogbeide.
RivieraBanca non si incaponisce più su un fondamentale, come l’abuso del tiro da tre ora utilizzato per aprire le difese con le tante mani buone in possesso dei biancorossi, capaci anche di attaccare il ferro nella terra di mezzo con le letture di Marini, uno degli italiani più forti del campionato (si potrebbe dire che è un terzo Usa. Anche Marini si incastra perfettamente con Anumba, che unisce le caratteristiche di difensore (tre sfondamenti importantissimi incassati con la Effe) a quelle di spinta fisica in attacco.
A proposito, la difesa è già in formato play-off ed è il segnale migliore che ci possa essere in questo momento: pochi errori, tanta comunicazione, pochi rimbalzi offensivi concessi, avversari spesso costretti a tirare ‘impiccati’ o a commettere infrazione di 24 secondi. Poi gli assenti: Tomassini e Robinson, a livello di playmaking, alzeranno la qualità di tutti gli altri, capaci sia di crearsi un tiro da soli che di inventare per i compagni. Una squadra completa e ‘cazzuta’: solitamente, sono qualità che ti portano lontano.
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