L’OraSì vista a Jesi ha cambiato marcia

Beata sofferenza. L’OraSì conquista la settima vittoria in questo ottimo girone di ritorno, nega la rimonta a Jesi e prosegue con fiducia la lotta per la conquista della salvezza diretta. Un successo fondamentale nella stagione dei giallorossi che ora possono dedicarsi alla volata finale con un pizzico di tranquillità in più dopo aver perso quattro punti in classifica in seguito all’esclusione di Chieti dal campionato. È chiaro che la salvezza non è ancora in cassaforte con otto gare ancora da disputare, ma alcune delle rivali dirette dovranno giocare in Romagna.

Non tutti i problemi sono risolti e probabilmente non lo saranno mai, vedi per esempio le ansie finali, ma le vittorie aiutano eccome. In quella di Jesi è salito in cattedra Casoni, con una doppia doppia sfiorata (9 punti e 13 rimbalzi) e una bomba messa a segno nei minuti finali quando la squadra di casa stava mettendo alle corde l’OraSì.

Guardando le sue statistiche, spicca il 66% da due punti, il 37% nelle conclusioni dall’arco e i 207 rimbalzi conquistati confermando che la scelta di coach Gabrielli di puntare su lui e Brigato a inizio stagione è stata una mossa azzeccata.

Il giocatore capitolino commenta così il successo maturato a Jesi. «Siamo partiti subito forte per fare quello che ci eravamo prefissati, ovvero giocare una pallacanestro ad alta intensità. Sapevamo che contro Jesi era indispensabile farlo, perché loro sono diametralmente opposti a noi sotto questo punto di vista, tendono ad addormentare il gioco e dettare loro il ritmo. Se ci fossiamo adattati al loro gioco, sicuramente avremmo trovato delle difficoltà, quindi direi che la squadra ha seguito perfettamente il piano partita».

Nonostante lo sbandamento finale, Casoni conferma ancora una volta la solidità del gruppo giallorosso. «Per quanto riguarda la distribuzione dei punti, alla fine c’è stato un mix perfetto fra tutti noi: questa è una grande qualità che rafforza il nostro spirito di squadra. Domenica non abbiamo mai dato punti di riferimento ai nostri avversari. Il coach ha a disposizione dieci giocatori intercambiabili, tutti possono portare pericoli, siamo difficili da marcare rispetto ad altri che hanno due-tre accentratori.

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