L’OraSì respira un po’ ma rimane ancora malata

Alla fine l’OraSì è tornata alla vittoria che mancava dal 24 novembre quando s’impose al PalaCosta su Chieti, guarda caso proprio l’avversario di domenica. Due punti importanti per fermare la pericolosa emorragia di risultati, ma che lasciano più di un dubbio sulla effettiva consistenza della squadra che arrivata sul +22 (66-44) ha subito un parziale di 31-12 trovandosi a 15 secondi dal termine avanti di soli tre punti contro una diretta concorrente alla salvezza per di più senza due pedine importanti come Moffa e Mobio, influenzato e sceso in campo per onore di firma. Un film già visto più volte in campionato da parte di una squadra che ha confermato i tanti difetti messi in mostra finora con la dolorosa consapevolezza che allo stato attuale le manca un leader che faccia da collante nei momenti di difficoltà come ha fatto Bugatti per San Severo, ingaggiato fra l’altro a campionato in corso. Nella speranza che la società provveda alla evidente lacuna, coach Gabrielli, a cui i ragazzi hanno voluto evidentemente fare il proprio regalo di compleanno, commenta così la vittoria dei suoi: «Una gara dominata per 32 minuti, poi come ci è capitato spesso, abbiamo avuto un passaggio a vuoto che mi ha costretto a fare un triplo cambio per riuscire a portare in porto il risultato. Parto quindi da qui per dire che abbiamo giocato una buona partita in attacco e anche in difesa fino al black-out probabilmente frutto delle nostre paure anche se devo annotare che nell’ultimo quarto ci siamo trovati con sei falli a carico mentre San Severo zero: un dato strano per una squadra in recupero che deve per forza essere aggressiva in difesa, ma comunque non ho mai parlato degli arbitri e non lo farò nemmeno adesso».

Il tecnico pesarese, dopo la sofferenza provata nel finale, dà poi la sua chiave di lettura della stagione: «E’ vero che veniamo da diverse dolorose sconfitte e capisco anche il disappunto della gente che paga per vederci e sostenerci per cui è giusto ricevere tutte le critiche che abbiamo avuto e che fanno parte del gioco però credo sia corretto ricordare anche come sono avvenute tante di queste sconfitte. Senza scordare Ruvo, Piombino e Jesi come non citare quella in casa della seconda in classifica, la Gema Montecatini, dove abbiamo perso con un tiro da tre subito in chiusura su una palla vagante, con la Luiss Roma in casa eravamo a più tre a un minuto e mezzo dalla fine per poi commettere due sciocchezze imperdonabili, infine a Salerno dove siamo stati avanti per 38 minuti e poi abbiamo perso».

A questo punto però è inutile piangere sul latte versato e su quello che avrebbe potuto essere e non è stato: serve che la società proceda con i fatti e non con parole considerando le tante partite che la squadra dovrà affrontare.

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