La domenica dei derby. Il solito computer birichino della Lnp per domani, ultima di regular season, ne ha messi infatti insieme ben sette (su 14 partite) fra i gironi Verde e Rosso. Oltre a quello romagnolo, si giocheranno il derby pugliese (San Severo-Nardò), la stracittadina romana Stella Azzurra-Eurobasket), la sfida tutta piemontese Torino-Casale Monferrato, quella sicula (Capo d’Orlando-Trapani), uno dei molti derby lombardi (Milano-Treviglio) e soprattutto il super match piacentino, Bakery-Assigeco.
Chi meglio allora, per fare le carte alla “nostra” Forlì-Ravenna del coach di Castel San Pietro Stefano Salieri, condottiero proprio della sorprendente Assigeco, formazione che con un manipolo di giovani ha sempre stazionato nella parte alta della classifica nel gruppo Verde.
Allora Salieri, che partita salterà fuori all’Unieuro Arena?
«Vincerà la squadra che riuscirà a portare il derby sui binari a sé più favorevoli. Mi spiego. Forlì è una squadra aggressiva, sa cosa vuole fare e dove vuole arrivare. Ravenna la vedo come una squadra più consolidata, ma anche più compassata. Insomma, saranno decisivi i ritmi».
Il reparto lunghi dell’Unieuro potrebbe fare la differenza?
«Benvenuti e Bruttini sono una coppia davvero affiatata, due grandi giocatori e con Rush e Pullazi si completa un reparto da altissima classifica in A2. Bruttini in particolare fa la differenza a questi livelli, dove c’è lui spesso e volentieri si vince il campionato, un professionista esemplare e una super persona. Ravenna dentro l’area ha perso parecchio con l’infortunio di Oxilia, sono stati senza dubbio bravi a rimpiazzarlo subito, ma Benetti ha altre caratteristiche. Direi che quella giallorossa è decisamente una squadra a trazione anteriore adesso».
Vedere l’OraSì così in alto l’ha sorpresa?
«Sinceramente sì. L’ho affrontata in amichevole in estate a Castel San Pietro e si era visto da subito che aveva già un’identità precisa, ma di qui a pensarla stabilmente fra le prime tre ce ne passa. Penso non sia un caso che questi risultati siano coincisi con il ritorno a Ravenna di Mauro Montini, un dirigente che stimo e che ha fatto bene ovunque. I due leader in campo sono senza dubbio Cinciarini e Tilghman. L’americano dà l’impronta difensiva al gioco giallorosso e sa essere determinante anche in attacco. Insomma, l’OraSì sta disputando una stagione super».
E Forlì è ancora in tempo per accodarsi alla lotta promozione?
«Credo proprio di sì. L’arrivo di Lucas ha cambiato tutto e le sei vittorie nelle ultime sette lo dimostrano. Il merito, però, lasciatemelo dire è soprattutto della società e di coach Dell’Agnello. La prima ha avuto il polso fermo, non lasciandosi prendere dalla frenesia di cambiare anche nel momento più difficile, dimostrando sangue freddo e fiducia nell’allenatore. Sandro, uno dei migliori coach del campionato di serie A2 per qualità ed esperienza, non si discute e infatti gli aggiustamenti in corsa hanno permesso a Forlì di sistemarsi e di lottare per vincere il campionato. Ovvero il suo traguardo iniziale. Udine e Cantù hanno qualcosa in più al momento, ma Scafati, Verona, Forlì e anche Ferrara sono subito lì».
Chiudiamo con la fase a orologio: cosa pensa di questa appendice pre-playoff?
«Che non ha senso. L’anno scorso riuscirono ad inventarsi una seconda fase nella quale le squadre si portavano dietro solamente i punti acquisiti negli scontri diretti, ora hanno fatto addirittura peggio. Ci vuole buon senso secondo me e scegliere all’insegna della semplicità. Se volevano aumentare il numero delle partite sarebbe bastato allargare i play-off a dieci squadre per girone, così invece hanno inventato una formula che danneggia chi ha fatto meglio in regular season. Prendiamo Ravenna (certa del terzo posto, ndr), si troverà un calendario tostissimo e potrebbe perdere due-tre posizioni, non ha senso e non è giusto. Noi siamo certamente settimini e potremmo incrociare Forlì, nel caso dovesse arrivare sesta (serve una vittoria nel derby e una sconfitta di Cento a Chiusi, ndr)».