Basket A2, per Martino era un esame e l’Unieuro non l’ha passato

Basket

Un test importante l’aveva definito alla vigilia Antimo Martino, quale fosse un pre-esame di maturità in vista di un play-off che è ancora tutto da conquistare e farà una differenza enorme centrare o meno. Era questo la trasferta dell’Unieuro al Pala Sojourner di Rieti.

Una gara che avrebbe potuto fare coincidere il buon momento della squadra biancorossa con una impennata clamorosa in classifica, ma che era nelle logiche dello sport e, più in generale, nel senso di questo campionato di A2 e nel valore dell’avversaria, potere anche perdere.

Forlì l’ha persa e questo non è di per sé allarmante, ma con la sua prestazione in campo non ha passato l’esame come, invece, si aspettava, o almeno auspicava, il suo allenatore.

Il dubbio di Martino

«Non voglio una prova in stile Pesaro» disse il coach. Invece la gara di domenica ha ricalcato lo stesso copione. Anzi, se possibile è stata anche peggiore, perché mai i forlivesi si erano ritrovati a -28 anche in altri pesanti ko come a Brindisi o Verona. Perché l’Unieuro periodicamente incappi in black-out così improvvisi e pesanti all’inizio delle partite, continua a sorprendere, anche se ormai non è neppure più una sorpresa. E la domanda sulle ragioni che ne sono alla base, ritorna ciclicamente senza avere una spiegazione precisa sotto il profilo tecnico. Anche se i romagnoli, davanti a una difesa molto più aggressiva di quanto non lo fosse stata quella di Milano, sono passati dal brillare per circolazione di palla e coinvolgimento, all’attaccare solo di uno contro uno statici o quasi, i passaggi a vuoto sono di natura mentale.

Attacco chiama difesa

Come prova il fatto di avere sempre vinto ogni volta che il proprio punteggio ha superato “livello 80”, la Pallacanestro 2.015 di questa stagione ha tremendamente bisogno di riuscire in ciò che fa in attacco, di trovare linfa dal proprio gioco offensivo e dai canestri che riesce a realizzare, per poi essere efficace anche in difesa, per prendere fiducia, per essere dentro la partita. Quando la palla non entra sin dall’inizio (e così è stato in gran parte delle sconfitte esterne), la squadra dà l’impressione di macerarsi internamente rimuginando continuamente sull’errore, facendosi assalire dall’ansia e dalla frustrazione col risultato di riattaccare la volta successiva con frenesia e nervosismo e, soprattutto, di perdere compattezza e mordente difensivo.

La differenza lampante tra l’Unieuro attuale e quella del 2023-2024 è nella difficoltà a portare le partite che non si accendono subito in attacco, su altri binari, in altri territori sporchi e ruvidi, su altre sceneggiature nelle quali il protagonista non sarà brillante, ma l’antagonista finisce per essere ancora più pasticcione.

Detto in parole povere: quando non si è subito belli, bisognerebbe imbruttire avversari e partita. Forlì l’anno scorso sapeva farlo spesso, quest’anno di rado.

Analizziamo altri aspetti. Solo a inizio 2025 Forlì è andata in striscia negativa (tre partite appena) e tutte le volte che ha subìto uno schiaffo come a Rieti, ha sempre reagito la gara successiva. Il secondo è che la reazione al primo tempo shock c’è stata già domenica e recuperare 23 dei 28 punti di svantaggio per giocarsi un finale aperto, non è da tutti. E, in precedenza, Forlì non aveva mai realmente riaperto queste gare.

In 450 da Bologna

Domenica nel derby chiave con la Fortitudo si vedrà un’Unieuro diversa. Perché le motivazioni verranno da sole in una sfida per la quale è già aperta la prevendita in sede dalle 8.30 alle 12.30, alle cinque rivendite autorizzate Vivaticket del territorio e al palazzo venerdì (dalle 17.30 alle 19.30), sabato e domenica (dalle 10 alle 12). Da Bologna arriveranno in 450 grazie ad un accordo tra i club con il via libera delle autorità. Per il resto, biglietti non vendibili né online né ai residenti in provincia di Bologna. Necessario il documento d’identità sia per l’acquisto che per l’ingresso al palasport.

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