Basket A2, mister Robinson ha preso in mano RivieraBanca
Dopo essere sbarcato in Riviera a due settimane dall’inizio del campionato, con una condizione tutta da costruire e l’infortunio nella seconda giornata a Piacenza che ne ha rallentato indiscutibilmente la tabella di marcia, nelle ultime settimane Gerald Robinson ha aumentato i giri del motore. Il play Usa sembra aver trovato la giusta alchimia con i compagni, mostrando tutte le qualità di un giocatore che con questa categoria ha poco a che fare.
Neanche la pausa ha arrugginito RivieraBanca, tornata a giocare in campionato dopo due settimane, ripartita da un successo non scontato quanto meritato, il settimo consecutivo. «È stata una grande vittoria di squadra, del collettivo, perché non è facile tornare da un break di due settimane senza gara ufficiali - esordisce il play americano -. Brindisi veniva da una striscia importante di risultati, era in ritmo, per cui non era affatto facile, siamo stati molto bravi in questo senso. Ovviamente dopo una sosta c’è il rischio di perdere ritmo, ma avevamo bisogno di recuperare energie dopo una parte di stagione con tante partite ravvicinate. Siamo molto contenti anche per Camara, per la sua esperienza in nazionale, è tornato senza infortuni e questo è importante. Siamo una squadra esperta, abbiamo lavorato bene in queste due settimane e da questo punto di vista mi aspettavo che saremmo stati pronti e all’altezza della situazione».
Prestazioni in crescita quelle dell’ex giocatore di Scafati, dal punto di vista fisico, di leadership tecnica e tattica. Tuttavia, quando gli si chiede a che punto è della sua condizione, Robinson ammette di avere ancora margini di miglioramento. «Sono una persona estremamente competitiva, pretendo il meglio da me stesso, tendo a mettermi pressione addosso e a voler sempre il massimo a livello personale e dalla squadra, ma penso di avere ancora margini di crescita».
Nel dopo partita Piero Bucchi ha speso parole molto belle per Gerald, avendolo avuto a Roma e Sassari. «Non posso che spendere anche io delle belle parole per lui. È stato uno dei coach che all’inizio mi ha dato la possibilità di esibirmi in Italia e ha creduto in me, abbiamo avuto buone esperienze e successi ottenuti insieme, abbiamo un bel rapporto anche personale».
Guai ad abbassare la guardia e se gli si chiede se si possono fare dei primi bilanci o guardare a medio-breve termine piuttosto che partita per partita, il cestista nativo di Nashville ci ride su. «Partita per partita? Giorno per giorno, un passo alla volta».