Basket A2, le “mani addosso” sempre mal digerite da Rbr
Quali sono le reali possibilità di RivieraBanca di centrare una clamorosa ma non impossibile promozione diretta? I rallentamenti recenti sono figli dei problemi fisici o le avversarie iniziano a capire come fermare la Rinascita?
Dopo Forlì, le domande sorgono abbastanza spontanee soprattutto perché, per la seconda volta in stagione, Rimini si è fatta riprendere dall’inseguitrice più accreditata, per ora Udine, che già aveva recuperato sei punti alla capolista a cavallo di Natale e Capodanno. Lì, però, quando arrivarono tre sconfitte consecutive (con Cantù, Verona e Rieti) pesò tantissimo l’assenza di Justin Johnson, che per scelta della società non fu sostituito da un ‘gettonaro’.
Poteva, RivieraBanca, tesserare un altro Usa magari come ‘assicurazione generale’ in caso di infortuni, magari anche considerando le insidie dei play-off? La sensazione è che Rbr ci abbia pensato ma alla fine abbia deciso di soprassedere, sia per questioni relative agli equilibri di squadra che per la difficoltà di ingaggiare un giocatore per poche partite e poi metterlo in tribuna (Cantù, ad esempio, non ha sostituito il lungodegente McGee).
Udine, invece, si rinforza di continuo: l’innesto di Rei Pullazi si è rivelato determinante per gli ultimi successi e adesso è arrivato anche Simone Pepe. Calendario alla mano, le trasferte a Cantù e Udine saranno ovviamente determinanti per Rimini, anche se poi bisogna sempre evitare di perdere terreno con le altre.
A proposito, a Forlì i ragazzi di Dell’Agnello hanno dovuto affrontare le ‘mani addosso’ dell’avversario, qualcosa che era andato indigesto già con Rieti e Cantù: a Robinson e compagni non piace per niente questo genere di trattamento. Nascono da lì le palle perse, molte sanguinose perché consegnate direttamente nelle mani dell’avversario che può correre e segnare con contropiedi primari da martedì in allenamento. Questo tipo di errori, ovviamente, non si possono commettere a certi livelli, figuriamoci se si vuole salire in A1 dalla porta principale.
In ogni caso, RivieraBanca può guardare con ottimismo alla sfida contro la quasi spacciata Piacenza dell’ex Marks, ultima a -6 dal penultimo posto. Tutto sommato, delle cinque partite perse (su 22), sono tutte arrivate al fotofinish o giù di lì all’interno di match anche condotti dai biancorossi. Che a Forlì non sono riusciti a mantenere un vantaggio di 8-10 punti in almeno tre occasioni: è l’altro peccato capitale di Rbr che quando è sopra si siede un po’, inizia a giochicchiare e concede possibilità di rimonta all’avversario (era successo anche con Livorno). Ora arriva un trittico possibile: dopo Piacenza però si viaggerà in infrasettimanale a Brindisi e poi a Milano, prima di ospitare Verona. Al di là degli scontri diretti, tornare a correre velocissimo potrebbe valere un altro strappo. E Rimini lo sa.