Basket A2, l’Unieuro verso Rieti. Gaspardo è sicuro: «La prima gara chiave»

C’è chi deve riscattare due ko casalinghi consecutivi, chi vendicare un bruciante ko dell’andata. Ci sono due punti pesantissimi in palio domenica tra Real Sebastiani e Unieuro. Guadagnarli vuol dire mettere un piede e mezzo dentro il lotto delle formazioni che accederanno direttamente ai play-off e sognare anche una griglia di partenza molto elevata; perderlo implica vedere la diretta avversaria avvantaggiata non di poco in classifica e rischiare di giocarsi tutto nei play-in.
Forlì ha bisogno di una prova che unisca qualità, spessore e continuità. Tutte doti che da inizio girone di ritorno si incarnano nella figura di Raphael Gaspardo, uno dei pilastri sui quali Forlì sta costruendo la loro svolta “da big”. O come minimo, sta trovando finalmente un’identità precisa. «In verità sin da inizio anno sentivamo di poterla avere - afferma l’ala pivot 31enne -. Però giocare a lungo con un solo straniero, vivere una prolungata situazione di incertezza e una serie di prestazioni altalenanti, ci hanno portato a esprimerla solo sporadicamente. Ora invece abbiamo trovato stabilità e una quadra come gruppo e i risultati vanno di pari passo. Quelle partite che abbiamo steccato non credo intacchino questa identità, perché in un campionato così livellato, chi non le ha avute? Sono fisiologiche».
Dove si fonda però l’immagine che Forlì, adesso, sta dando di sé? «Stiamo bene insieme, le gerarchie sono più definite e stabili, sappiamo, almeno quasi sempre, cosa dobbiamo fare in campo a seconda delle situazioni che ci si presentano. Tutto questo però ha un valore relativo perché va confermato in quattro gare fondamentali perché decideranno chi va ai play-off e con quale griglia. E noi, pur venendo da due buonissime prestazioni, non possiamo guardare a quanto bene abbiamo lucidato le nostre scarpe, ma solo a quanto dobbiamo continuare a farlo».
Vero è che anche Gaspardo ha tirato a lucido le proprie. Mai, nei due anno a Udine, ha avito la continuità dii questi ultimi mesi: 12 gare in doppia cifra nelle ultime 14 uscite.
«A Udine le responsabilità dovevano essere più distribuite, qui so di doverne prendere di più e di dovere dare un contributo più sostanzioso. Perché ci sto riuscendo e cosa mi ha portato a darlo? Non sto a ragionarci sopra: voglio solo continuare a farlo e gli allenamenti, ricchi di energia, di questi ultimi giorni mi confortano sul fatto che ci riuscirò e ci riusciremo».
Rieti, però, sarà un esame severo. «Molto, affrontiamo una formazione fastidiosa e dovremo batterla stando concentrati 40’ e anche più, lottando su ogni pallone come farà Rieti. All’andata eravamo a +8 e abbiamo perso per un tiro che per millimetri è stato dato da due punti e questa è la prima partita che può decidere il nostro destino: daremo tutto, ma stando sereni e senza andare fuori di testa, perché il futuro dipende dai 4 match che ci attendono e quello successivo con Bologna ha lo stesso peso».
Niente derby in famiglia
La Real Sebastiani Rieti si trova nella situazione in cui sono stati i biancorossi a gennaio, ossia con tre stranieri tra cui scegliere. Nelle ultime tre gare questa situazione si è estremizzata, poiché i laziali hanno lasciato fuori una volta Jordan Harris, un’altra il finlandese Palmi e nell’ultima il centro Skylar Spencer. Chi giocherà domenica? Difficile prevederlo. Sicuro non Matteo Pollone: la guardia del ‘99, fratello minore del forlivese Luca, ha rescisso il contratto e si è accasato alla Libertas Livorno. Niente derby in famiglia al Pala Sojourner.