Up e Neupharma si confermano sempre più forti con le meno...forti

Il mal di trasferta dei Blacks, l’impotenza dell’OraSì, la “freddezza” di Andrea Costa e Virtus. Sono questi i temi romagnoli emersi da una 15a giornata che, in sostanza, ha visto decidersi gran parte dei giochi in ottica final four di Coppa Italia. Se nel girone B la qualificazione di Roseto (imbattuta) è matematica, nel gruppo A Treviglio e Legnano vantano ben sei punti di vantaggio sulle più dirette inseguitrici a quattro turni dalla fine dell’andata. Insomma, piazzamenti a parte, resta ormai un unico posto disponibile, quello dietro alla corazzata abruzzese e saranno ben sei squadre (tutte nel giro di due miseri punti) a giocarselo.

Blacks, mal di trasferta

Inutile girare attorno al problema. Vero che Capo d’Orlando è campo rognosissimo (6-1 il record interno dei siciliani), ma Faenza domenica ha buttato al vento una gigantesca occasione per tenere il passo delle primissime e azzardare un ulteriore salto di qualità. L’Orlandina, alle prese con tante e pesanti assenze, era stata anche messa all’angolo dai Raggisolaris, mancati però nel momento di sferrare il ko. I numeri parlano chiaro: la Garelli-band è imbattuta in casa (7-0), ma fuori ha raccolto appena 3 vittorie, ovvero meno di tutte nella top 7 del girone. Quattro delle cinque sconfitte, fra l’altro, sono arrivate a Lumezzane, Fidenza, Desio e Capo d’Orlando (in ordine cronologico), tutte squadre dal 7° posto in giù in classifica. Le riflessioni possono essere tante e, ricordato quanto sia importante (e meritevole) tenere il fattore campo per capitalizzare al massimo i colpi esterni, forse la causa principale di un così differente rendimento sta nelle rotazioni troppo corte. In casa tutti i santi aiutano e il sostegno del pubblico ti spinge a tirare fuori qualcosa in più, ma in trasferta il discorso cambia. L’impressione, insomma, è che Faenza debba andare il prima possibile sul mercato per aggiungere al roster un “2-3” in grado di dare minuti e di risultare più pronto rispetto a Zangheri (non entrato nelle ultime due partite).

Importanza OraSì

Va apprezzato il realismo di coach Gabrielli che domenica sera, in conferenza stampa, ha evidenziato come di fronte a certi avversari pure il massimo impegno (settimanale e in partita) possa non bastare. Ravenna ha continuato il ciclo di ferro inaugurato (male) a Fabriano, perdendo con gli Herons Montecatini, ma una squadra tanto forte come quella toscana se arriva pure “arrabbiata” (ko nei derby con Piombino e Gema), allora diventa ingiocabile. Almeno per l’OraSì. Nessun dramma insomma: Ravenna ha spremuto il massimo e forse qualcosa di più, vedi i due punti presi a Livorno, dal proprio girone d’andata, anche se i passi falsi casalinghi con Chiusi e Rieti le hanno impedito di tenersi veramente lontana dalla zona rossa. Dopo Gema e Roseto inizierà una fase decisiva della stagione giallorossa (Luiss e San Severo in casa, Salerno, Chiusi e Chieti fuori) e lì Dron e compagni avranno le proprie carte da giocarsi al tavolo.

Forti con le ... meno forti

Una grossa qualità sta accomunando, in questo girone d’andata, le due formazioni imolesi, ovvero quella di fare punti contro gli avversari che stanno dietro in classifica. L’Andrea Costa al momento vanta un convincente record di 9-3 nelle partite contro squadre dal 7° posto in giù e la Virtus risponde con solidissimo 5-1 ai danni delle rivali dalla 15a piazza in giù. Il rovescio della medaglia, perché chiaramente c’è, dice di una Up in saldo negativo (0-3) contro le top 5 e di una Neupharma in grossa difficoltà contro chi le sta sopra (2-7). Perché? L’impressione è che biancorossi e gialloneri abbiano tanti pregi ma pure grossi limiti: l’Up ha esterni di talento, esperti e dal colpo vincente, ma dentro l’area soffre parecchio, mancando di intimidazione e presenza fisica. L’esatto opposto dicasi per la Virtus, con un pacchetto lunghi probabilmente da top 6 e un settore piccoli privo di quel “qualcosa” in più. L’alibi, pur importante, dell’infortunio di Valentini non basta, perché l’esterno piemontese non è mai stato giocatore da “griffe” finale.

Come non lo sembrano, fino a prossima smentita, Masciarelli e Vaulet e, infatti, la prima volata stagionale la Virtus l’ha portata a casa grazie alle perle del lungo Ricci. Idem dicasi, in altro reparto, per l’Andrea Costa, perché Filippini e Martini hanno perso quasi sempre lo scontro diretto con i “5” nemici e questo, quando si alza l’asticella, diventa un handicap davvero troppo grosso. Al netto delle proprie naturali incompletezze, Up e Neupharma stanno disputando una stagione ampiamente positiva e restano in corsa per quei piazzamenti dal 7° al 12° (quindi play-in) nelle loro corde. Le prime sei, ovvero Treviglio, Legnano, Omegna, San Vendemiano, Faenza e una tra Casale e Mestre (destinare a risalire) alla lunga sembrano avere qualcosa in più.

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