Andrea Costa, il problema è certamente tecnico ma anche psicologico

Non c’è limite al peggio. Ecco la considerazione più calzante per l’Andrea Costa che domenica è riuscita nell’impresa di farsi battere al Ruggi da un avversario, Casale Monferrato, fermatosi al 35% dal campo. La quinta sconfitta consecutiva e una classifica sempre più corta, visti i soli due punti di vantaggio sulla zona play-out, non sarebbero neppure i problemi maggiori, perché quello che fa prevedere un futuro nero a Fazzi e compagni è la scarsissima solidità psicologica della squadra imolese.
I più deludenti di sempre
La realtà è che questo gruppo di giocatori si sta rivelando il più deludente e meno performante di tutta la storia dell’Andrea Costa, pure di quelli retrocessi sul campo. Sì, perché in rapporto al monte stipendi (molto più alto rispetto ad esempio alla scorsa stagione) e al curriculum dei suoi giocatori più importanti, l’Andrea Costa 2024-2025 naviga in una posizione di classifica che assolutamente non le compete e soprattutto sta evidenziando paure e fragilità intollerabili da un gruppo così esperto.
Ci spieghiamo meglio: Sanguinetti e Raucci vengono da numerosi campionati di A2, Chiappelli, Filippini e soprattutto Toniato da tante e solide annate in serie B (pure in club importanti) e capitan Luca Fazzi non è certo più una matricola o un giovane. Se le difficoltà di un esordiente in Europa come Maks Klanjscek possono anche essere messe in preventivo, il girone di ritorno (tre vittorie e dieci sconfitte) dell’Up rappresenta una lunga litania di occasione perse e scivoloni inaccettabili (Piacenza e Desio su tutti), che la porteranno salvo colpi di scena a giocarsi la salvezza nel “girone infernale” dei play-out.
Domenica per l’ennesima volta la qualità della pallacanestro offerta dai biancorossi è stata imbarazzante, non solo e non tanto per le 18 palle perse (tutte chirurgicamente distribuite nei momenti peggiori), ma soprattutto per quel 4/21 da tre che grida vendetta: fra l’altro negli ultimi 4’ di partita Sanguinetti ha aggiustato le percentuali di squadra con un inutile 3/3 dall’arco, quindi a quel momento il contatore biancorosso recitava un avvilente 1/18. E, inutile girare attorno al problema, chi non fa canestro da tre nel basket contemporaneo non vince mai.
Stanchi di aspettare
E domenica sera, quasi inevitabile verrebbe da dire, è scattata la contestazione della maggior parte del pubblico biancorosso, Onda d’Urto in primis. Di avvisaglie ce n’erano state già nelle scorse partite, ma stavolta i tifosi dell’Andrea Costa hanno lanciato il loro chiaro messaggio alla squadra, ora bisognerà capire se lo stesso farà la società tra le quattro mura degli spogliatoi. La squadra, giusto ricordarlo, non ha esitato a un certo momento a prendersi come grosso alibi la cattiva gestione di Angori che poi ha rassegnato le dimissioni sentendosi abbandonato dal gruppo. Da quel giorno però nulla è cambiato in campo e questa squadra non sembra comprendere l’urgenza del momento o preoccuparsi per una retrocessione che si avvicina. Il derby cittadino, distante causa la pausa 13 lunghissimi giorni, rappresenterà in tal senso l’ultimo dei treni già in ritardo.
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