Boxe, Rimini rende omaggio al grande Elio Ghelfi - Gallery

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  • 15 marzo 2025

Numeri di spessore assoluto: 2200 match seguiti dall’angolo, 28 Campionati del Mondo, 32 Campionati d’Europa, 62 Campionati Italiani, 2 Olimpiadi. Con vittorie importanti, tra cui 1 titolo olimpico (Maurizio Stecca), 6 campionati del mondo in varie categorie, 5 campionati europei in varie categorie, 10 campionati italiani in varie categorie. I numeri e i risultati raggiunti dal maestro Elio Ghelfi fanno sempre un certo effetto per questo, e non solo, ha lasciato un segno profondo nella sua città. La Rimini del pugilato lo ricorda sempre con grande affetto.

Erano tutti lì, questa mattina, i “fratelli della Libertas”, come loro stessi si definiscono, insieme a tanti altri amici, in una Sala della Giunta gremita. Tutti presenti per l’onorificenza che il sindaco Jamil Sadegholvaad ha voluto consegnare ai familiari del maestro Elio Ghelfi, esattamente a 5 anni dalla sua scomparsa (15 marzo 2020). Un riconoscimento per la sua straordinaria vita sportiva come allenatore nel mondo del pugilato e come uomo.

C’erano i figli Ivan e Alessandra, l’avvocato Roberto Giannini, ex allievo di Ghelfi, e Giorgio Betti, in rappresentanza del Lions Club Ariminus Montefeltro, che tanto ha fatto per la boxe riminese in quegli anni e ancora oggi.

Commovente il ringraziamento anche a mamma Tonina (moglie di Elio Ghelfi), che oggi non ha potuto partecipare alla cerimonia. “Era lei che aspettava a casa i pugili dopo gli allenamenti e dopo gli incontri. E per tutti loro, un po’ ammaccati e stanchi, c’era sempre un posto a tavola e un piatto di minestra pronto, oltre alle carezze e alle parole giuste, che a volte riuscivano anche ad alleviare i lividi.” Sono stati Ivan e Alessandra a raccontare i tratti privati del Maestro e della ‘famiglia allargata’, grazie a un papà “che accoglieva in casa i suoi pugili, come fossero altri figli da crescere.”

Nelle loro mani, in segno di gratitudine, il sindaco Jamil Sadegholvad ha consegnato la medaglia raffigurante il segno zodiacale della Cappella dei Pianeti del Tempio Malatestiano. Un’onorificenza col segno zodiacale dei Gemelli, a rappresentare il mese in cui nacque il maestro, nel lontano 1937. Un simbolo della grande gratitudine che tutta la città ha nei confronti di Elio Ghelfi.

Un affetto espresso anche nel 2023, quando il Comune di Rimini decise di intitolare a Elio Ghelfi “Pugile e allenatore di boxe riminese (1937-2020)” la rotatoria posta tra via Edelweiss Rodriguez Senior e via Macanno. Un momento ufficiale che, anche in quel caso, come oggi, fu molto partecipato da amici e conoscenti del maestro.

I fratelli della Libertas

Questa mattina, come allora, a condividere questo momento, c’erano quasi tutti i suoi pugili, quelli della storica palestra Libertas, soprannominata la ‘palestra dei campioni’. L’associazione sportiva riminese che ha sfornato i migliori talenti della boxe internazionale.

Erano presenti talenti come il campione olimpico e mondiale Maurizio Stecca, venuto appositamente dal Veneto dove risiede, per portare il suo ricordo del maestro che lo ha cresciuto come atleta e come uomo. Angelo Musone, da Marcianise (Caserta), medaglia di bronzo nei pesi massimi all’Olimpiade di Los Angeles del 1984, attualmente nella Federazione Pugilistica Italiana, che ha raccontato i suoi due anni a Rimini, sotto la guida sportiva e umana di Ghelfi. E ancora erano presenti l’ex boxeur di livello internazionale, Meda Mudimbi, Marco Nicolini, ex pugile ed ex Capitano Reggente della Repubblica di San Marino e scrittore, che ha raccontato negli anni, e ancora oggi, le tante storie dei pugili forgiati dal maestro riminese. Alberto Biagini ‘Biagio’, maestro di Rimini dell’omonima scuderia, insieme a tantissimi ‘fratelli’ della Libertas Box, capitanati da Roberto Masini, e tantissimi altri atleti e amici, venuti in segno di grande riconoscenza per il Maestro che ha fatto grande Rimini nel pugilato internazionale.

“Nella figura di Elio Ghelfi rivive tutta l’epopea della boxe - ha detto il sindaco Jamil Sadegholvaad - c’è una parola che lo definisce: Maestro. Maestro e uomo di sport, allenatore di atleti e di anime tormentate sul ring e giù dal ring nella grande stagione del pugilato riminese e italiano. Rivivono nei ricordi di una generazione le riunioni affollate e fumose al palazzetto, quando la ‘nobile arte’ rivaleggiava e superava nella passione popolare perfino il calcio.

Per i suoi ragazzi è stato un punto di riferimento, prima di tutto umano, anche dopo il difficile passaggio dell’appendere i guantoni a un chiodo. Per Elio, appunto, erano i suoi ragazzi, i suoi figli, esaltandoli nelle imprese e a volte perdonandoli negli scarti di sport e di vita, ma restando sempre e comunque un approdo, per uno sfogo o un consiglio.

Per tutto questo, per questa vita straordinaria che ancora si riverbera nella sua famiglia, nei suoi figli, nei suoi atleti, vorrei che la cerimonia di questa mattina ricordasse la vita di Elio Ghelfi e non il giorno della scomparsa, 5 anni fa. Per questo a Ivan e Alessandra consegniamo l’onorificenza del segno zodiacale malatestiano dei Gemelli, a rappresentare il mese in cui nacque nel 1937. La vita appunto. Questi sono i ricordi che ci portiamo sempre nel cuore, sapendo bene che però se Elio Ghelfi era straordinario quando stava all’angolo di un ring, ancora più eccezionale era quando i suoi atleti scendevano per sempre da quel quadrato, combattendo il match più complicato: la vita di tutti i giorni. Grazie Elio, uomo di sport. Soprattutto uomo.”

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