Ravenna. Il ritorno di Elio e Le Storie Tese: «È un percorso sulla nostra storia»
Dopo aver tentato, inutilmente, di sciogliersi, Elio e Le Storie Tese si sono dovuti rassegnare a tornare in tour dopo anni, tirati per la giacchetta da fan e operatori che continuavano a chiederglielo. Nasce così un tour teatrale partito da pochi giorni, che li porterà martedì 10 e mercoledì 11 ottobre al teatro Alighieri di Ravenna.
Nicola Fasani, in arte Faso, polistrumentista e autore della band milanese fondata nel 1980 da Stefano Belisari, in arte Elio, qual è stato l’elemento decisivo per decidere di tornare?
«Siamo rimasti davvero sorpresi dell’amore, dell’entusiasmo che hanno scatenato i due “concertozzi” (che dovevano restare eventi unici dal vivo, ndr), che abbiamo tenuto lo scorso anno e quest’anno a Carpi. Inoltre non ne potevamo più di sentire amici, parenti e sconosciuti chiedere: “ma perché vi siete sciolti?”, “ma perché non tornate a suonare dal vivo?”. Beh allora...».
Ci saranno canzoni nuove?
«Inediti no, però abbiamo selezionato alcuni brani suonati molto raramente o addirittura mai».
Non è solo un concerto, ma un vero spettacolo teatrale.
«Lo definirei un “percorso”, costruito da Giorgio Gallione (regista genovese ex direttore artistico del Teatro dell’Archivolto, ndr) sulla nostra storia. È stato un po’ strano non decidere la scaletta, perché ha scelto lui i brani, evitandoci le discussioni del tipo: “eh, ma questo non possiamo non farlo”, “eh però che noia, questo l’abbiamo suonato migliaia di volte”. Li eseguiamo in ordine più o meno cronologico dalle origini a oggi, e ognuno di noi ha un piccolo spazio personale, non necessariamente suonato, in cui è protagonista sul palco».
Il tour ha un titolo strano: “Mi resta solo un dente e cerco di riavvitarlo”.
«Per spiegarlo dobbiamo tornare a trent’anni fa, quando ascoltammo casualmente una trasmissione in cui la gente raccontava i suoi sogni più assurdi; ci divertì molto e da uno di questi prendemmo il titolo del nostro primo album in italiano: “Esco dal mio corpo e ho molta paura” del 1993 (quelli precedenti avevano titoli in turco, ndr). Per il tour di quest’anno ne abbiamo usato un altro».
Siete in otto sul palco, tra membri effettivi e collaboratori di lunga data, come la vocalist Paola Folli, ma non c’è un membro storico della band: Rocco Tanica.
«Con lui continuiamo a lavorare, appare anche negli spot televisivi con noi, ma da alcuni anni ha deciso di non suonare più dal vivo. È sempre un Elio, ma non gradisce più fare i concerti».
Non mancherà invece Mangoni, il bizzarro personaggio che vi accompagna da quarant’anni con gag che il pubblico ama molto.
«Lui è un artista a sé stante, che per motivi tuttora misteriosi è sempre in tour con noi. “Parassita” le nostre esibizioni, di cui è ormai elemento imprescindibile».
Eravate partiti con trenta date, ma poi sono piovute le richieste, e al momento ne sono previste quarantacinque entro fine anno: un grande impegno.
«È una sorpresa e ne siamo contenti. Sarà impegnativo, perché noi facciamo tutto dal vivo, senza registrazioni, ma ci salva il fatto che ci divertiamo da matti».
Adesso tutti vi chiederanno anche un nuovo album.
«Abbiamo la sensazione che il mercato discografico attuale sia un po’ tornato a quando c’erano i 45 giri: anche se in forma digitale, non si fanno più molti album, ma singoli. In quest’ottica potremmo pensare di fare uscire qualcosa in futuro. Stiamo però ristampando i nostri vecchi album su vinile, che è tornato ad avere un certo mercato».
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