Jovanotti incanta Pesaro - VIDEO

Scalda come il sole a mezzogiorno l’entusiasmante energia di Jovanotti, venerdì 7 marzo per la terza volta sul palco della Vitrifrigo Arena di Pesaro letteralmente impazzita per il nuovo tour del ragazzo fortunato, ripartito dopo un anno e mezzo dal brutto incidente in bici a Santo Domingo, due delicate operazioni, tanta fisioterapia e un femore di titanio che non ferma le sue danze. Balla e canta, canta e balla e con lui il pubblico, il più trasversale possibile, arrivato persino dalla Sicilia con tanto di cartellone: “Ci siamo fatti 1200 chilometri per essere qui con te!”. Ringrazia contento e non manca di chiedere se si stiano tutti divertendo perché lui sì, un sacco, è tutto “bellissimo” dopo la botta che lo ha messo al tappeto, come quello che si è portato sul palco da casa “per sentirsi come a casa ma anche nel mondo. Ci ho camminato sopra tante volte mentre scrivevo canzoni, ma è anche magico e se lo stendi in un deserto ti senti come un principe”. “Siete pronti a entrare in altre dimensioni con me?” Boato. Dopo Valentino Rossi, Gianni Morandi, Cesare Cremonini, Lucio Corsi e Francesco Bagnaia, ieri a vederlo c’era Claudio Cecchetto, “Il mio Geppetto, io sono il suo Pinocchio. Sei contento del tuo ragazzo?”.
Elegante nei suoi pantaloni neri dalla linea morbida, camicia e fascia dorata ai fianchi, scarpette basse da ballerino con tanto di calzini luccicanti, Lorenzo canta e si muove per due ore e mezzo di concerto. Infila cinque brani dell’ultimo album, “Il corpo umano”, e una trentina di canzoni mozzafiato del suo repertorio storico che infiammano il pubblico, mai fermo sulla sedia. Un viaggio musicale tra passato e presente, che va da “Montecristo “ all’”Ombelico del mondo” , da “Un bene dell’anima” dedicato all’amicizia a “Penso positivo”. Non si ferma un attimo durante il medley funk (”Questa è la mia casa”, La tribù che balla”, “Oh vita”, “Muoviti muoviti”, “Tanto tanto”...), rallenta un po’ o si siede su uno sgabello durante le ballate (”Come musica”, “Io ti cercherò”, “Punto, “Serenata rap”..). Alle sue spalle, il maxischermo si riempie di colori, dominano i fiori, le immagini e i disegni – frutto anche dell’intelligenza artificiale - cambiano a ogni canzone: Jovanotti si trasforma ora in statue indù animate (”L’ombelico del mondo”) e poi, durante “I love you baby, in Elvis, Bowie, Marley, Michael Jackson e perfino in una ragazza. Nell’ introdurre “Raggio di sole” racconta di aver interrogato Chat gpt su quali siano le cinque parole ricorrenti nelle sue canzoni. Lo chiede anche al pubblico, che non sbaglia: amore, vita, mondo, libertà e appunto sole. Quello che ci fa sempre sentire “L’estate addosso” cantata a gran voce da tutti, perché “L’estate è un’invenzione italiana” e il popolo “del Jova Beach Party” quello con “le infradito pure a Capodanno” lo sa, mentre scorrono le immagini del suo tour sulle spiagge italiane. Ottima la band di 13 elementi, tra loro l’amico di sempre, il marchigiano Saturnino, tastiere e basso. Sulle teste del pubblico si muovono, si aprono e si chiudono dieci bulbi metallici luminosi, poetici come i versi di Pablo Neruda (”Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera”) e quelli di Mariangela Gualtieri (“Che cosa sono i fiori? Non senti in loro come una vittoria? La forza di chi torna da un altro mondo e canta la visione”). Fiori meccanici che dal cielo arrivano a profumare il cuore di tutti quando serio, intenso e un po’ emozionato canta “Le tasche piene di sassi”. Si colorano d’amore quando canta “A te” dedicata a Francesca, la moglie tra il pubblico. Sullo schermo, durante il gran finale, i volti inquadrati dalle telecamere si trasformano in pupazzi, con le sembianze di personaggi da Muppet Show. “Se lo senti lo sai” è il brano con il quale l’artista saluta tra gli applausi, perché lui è “Un mondo a parte” del quale, però, fanno parte in tanti. Bentornato.
Sabato 8 marzo l’ultima serata a Pesaro (quattro date da oltre novemila spettatori, tutte sold out). Poi, Milano, Firenze, Casalecchio di Reno, Torino, Roma, di nuovo Milano e Verona.