Gioele Dix porta sul palcoscenico di Russi il suo Giorgio Gaber

RUSSI. Nel 2003, il primo giorno dell’anno, moriva Giorgio Gaber. Già l’anno successivo, Gioele Dix, anch’egli milanese, si unisce con un proprio intervento a coloro che prendono parte al Festival Gaber, a Viareggio. E non sarà che il primo dei suoi lavori dedicati al grande artista, tanto che oggi, vent’anni dopo, continua a elaborare una propria lettura della straordinaria personalità, dei testi, dell’approccio al mondo di quello che ha sempre considerato un modello. Si tratta dello spettacolo “Ma per fortuna che c’era il Gaber”, in scena questa sera nel cuore della stagione del teatro Comunale (alle 20.45). Un modello inarrivabile, certo, comunque un punto di riferimento, come per tanti della sua generazione che lo hanno seguito fin da giovanissimi: così racconta Dix stesso, «vedere Giorgio Gaber a teatro era un’esperienza che ti segnava... Era un pensatore e un incantatore. Andavi a vederlo una volta e volevi tornare a rivederlo una seconda e poi una terza. Nei primi anni Settanta sono stato uno sfegatato gaberiano, uno dei tanti».

Del resto, come il suo mito anche Gioele Dix coltiva l’arte di intrecciare registri espressivi diversi, dal comico televisivo, cui approda dopo il cabaret milanese (Derby e Zelig), all’impegno teatrale e via via all’esperienza di autore. Componenti e stili che convivono nella sua performance, e che in questo caso si innestano in una sorta di vera e propria ricerca compiuta sui materiali conservati alla Fondazione Gaber, che gli ha messo a disposizione appunti, bozze, pezzi rimossi o ripensati quindi mai pubblicati né portati in scena. Così che lo spettacolo – significativo il sottotitolo “Viaggio tra inediti e memorie del Signor G” – torna certo a proporre e reinterpretare alcuni classici, come possono essere “Il Riccardo”, “Barbera e champagne”, “La libertà”... ma si snoda anche come un itinerario del tutto inedito, tra monologhi ritrovati – quello per esempio sulla Rivoluzione d’ottobre –, tipici testi da “teatro canzone” firmati Gaber e Luporini ma mai messi in musica, e ricordi del proprio passato, tra tutti il primo fortuito incontro tra Gioele Dix e appunto Gaber. Uno spettacolo che, naturalmente, non può fare a meno dell’elemento musicale, qui riassunto da due profondi conoscitori dello stile musicale di Gaber, tanto da poter osare di musicare gli inediti oltre che rivisitare i classici: Silvano Belfiore al pianoforte (lo stesso Belfiore che accompagna i monologhi di Crozza in tv) insieme a Savino Cesario alla chitarra.

Info: 0544 587690

www.comune.russi.ra.it

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