La tariffa di una babysitter per il 2024

Anno nuovo, nuovi impegni per una famiglie e, sovente, la necessità di riorganizzare la quotidianità di grandi e piccini. Tra gli aspetti da gestire c’è spesso la collaborazione con la babysitter.
Può accadere che una babysitter, seguendo il suo percorso di studi, debba trasferirsi all’estero per qualche mese; o che trovi un lavoro continuativo; o semplicemente sono i genitori a preferire un cambiamento nella collaborazione. Allora inizia la ricerca di una nuova babysitter. Il che, non è semplice così a metà anno! Oltre ad individuare la candidata giusta e verificarne la disponibilità bisogna stabilire con chiarezza la tariffa oraria, per poi non incappare in spiacevoli contestazioni.
Aumentano i prezzi, anche il costo della babysitter?
Si sa, negli ultimi anni l’inflazione ha fatto salire i costi di moltissimi prodotti e servizi. Ma si sa anche come gli stipendi in Italia non abbiamo seguito gli stessi trend dei prezzi. Per quanto riguarda la tariffa oraria delle babysitter fino al 2020 la media italiana era di 7,6 euro all’ora. Cifra che variava tra le diverse zone italiane: ad esempio era nelle grandi città, nei centri turistici e nel nord Italia dove si trovavano le tate più care d’Italia (per un massimo di 12 euro all’ora). Dalle ultime stime la tariffa è arrivata a fine 2023 a poco più di 8 euro l’ora. In città come Torino, Roma, Milano e Bologna, molte tate hanno deciso di aumentare ulteriormente la cifra: 10 euro sembra ormai essere la tariffa considerata equa. C’è però chi alza ulteriormente il prezzo: ad esempio le babysitter madrelingua inglese. Sono tante le famiglie che vogliono trovare una babysitter che parli inglese e, quindi, giustamente, il fatto di poter offrire questo plus viene considerato un servizio che deve essere ricompensato. E’ 12 euro all’ora la cifra che le babysitter inglesi e bilingue sono solite chiedere.
Il costo di una babysitter però cambia anche per altri parametri oltre alla lingua parlata: l’esperienza e l’età della tata stessa (è normale che una sedicenne esiga una paga inferiore rispetto ad una quarantenne che accudisce i bambini da 20 anni); il numero dei bambini da guardare, l’età dei bambini da guardare (i neonati richiedono maggiore attenzione e, da un certo punto di vista, maggiore responsabilità). Ancora, il tipo di attività richiesta: se la babysitter deve anche occuparsi della cucina, fare da aiuto compiti, portare in auto i bambini alle varie attività pomeridiane, è possibile che richiesta un compenso maggiore del restare a casa o accompagnarli qualche ora al parco.
Il costo della babysitter in Emilia Romagna
I capoluoghi dell’Emilia Romagna rientrano nella media nazionale per quanto riguarda la tariffa oraria di una babysitter, quindi 8 euro circa l’ora. Ma l’aspetto interessante che riguarda la riviera romagnola, soprattutto agli occhi delle babysitter, è che sono sempre più le famiglie che vogliono avere una babysitter al loro fianco durante le ferie estive. C’è chi sceglie di portarsi la tata che collabora abitualmente durante i mesi invernali, ma c’è chi invece preferisce selezionarla in loco.
Questo significa che i luoghi per tradizione votati all’accoglienza dei bambini e delle loro famiglie (come Milano Marittima, Riccione, Rimini) possono diventare un terreno di opportunità lavorative anche durante i mesi estivi, quando di solito la richiesta di babysitter cala, in particolar modo nelle città.
Certo molti hotel o lidi propongono il loro babyclub, ma vi sono famiglie che preferiscono avere la garanzia di una tata unicamente dedicata ai loro figli, sopratutto se parliamo di bambini sotto i 3 anni, che difficilmente hanno accesso ai babyclub. Le famiglie dunque, prima di confermare la babysitter nel luogo di vacanza, deve verificare con attenzione quale siano le tariffe di solito richieste in quella zona di villeggiatura. Potrebbero esserci differenze rispetto a quanto domandato dalla babysitter che normalmente collabora durante i mesi invernali.
Confermare la babysitter
Al di là di trovare una nuova babysitter nel momento in cui la precedente tata ha dovuto interrompere la collaborazione o è stato il genitore stesso a scegliere di cambiare (e quindi ridefinire la tipologia di accordo), la famiglia non deve mai sottovalutare quali siano le esigenze e i desideri della ‘storica’ babysitter. Se sono alcuni anni che la tata è legata alla famiglia, potrebbe essere arrivato il momento di aumentare il suo stipendio orario, soprattutto in questo periodo storico in cui i prezzi di prodotti e servizi, come si diceva, sono aumentati esponenzialmente.